L'addio di un sogno

Da Kikka
ci ho messo qualche giorno a metabolizzare la notizia, prima di poter dire qualcosa, prima di esprimermi.molti anni fa, conobbi una persona, un ragazzo, allora, che fu per me molto importante perchè cambiò molte cose nella mia vita e con le sue azione diede il via ad altri cambiamenti che mi portarono a quella che sono oggi.allora la mia passione per la fantascianza, cocente e desiderosa di comunione, era ancora tenura stretta nel mio cuoricino, non avendo sfogo alcuno.poi scoprii lo Star Trek Italian Club, e da quel momento molte cose cambiarono, molte porte si aprirono e diedero sfogo ai miei desideri ed ai miei interesi.il tutto si concretizzò un giorno, alla fiera Luccaconicx dove, passeggiando con il mio compagno di allora sentii un annuncio all'altoparlante in cui si richiedeva la presenza di Alberto Lisiero e Gabriella Cordone.Alberto Lisiero lo conobbi così, saltandogli quasi al collo in un corridoio di luccacomix sotto lo sguardo bonario di Gabriella e quello imbarazzatissimo del mio compagno.da li la nostra conoscenza proseguì, incontrandoci alle convention, sentendoci per telefono, o per lettera. una volta ho anche visitato casa Lisiero Cordone, dove il club intero veniva gestito da loro due, accolta da una grande gentilezza e da una giovialità infinita, da parte di un padrone di casa che pareva quasi un babbo natale eterno.la creazione del club era opera di Alberto che lo portò avanti tra difficoltà e ostacoli vari fino a quello che è oggi, con il costante aiuto e sostegno di sua moglie Gabriella.non sono mai stata una sua grande amica, troppo diversi i nostri impegni, troppo distanti tra di noi, troppo lontani i nostri caratteri, eppure eravamo amici, fratelli  nella passione, collaboratori se serviva, e la sua opera ha fatto molto nella mia vita, mi ha permesso di cambiare, di laciarmi alle spalle una vita che mi costringeva e di abbracciare uno stile di vita confacente a me. mi ha permesso di conoscere persone che avevano le mie stesse idee, i miei stessi hobby e i miei gusti. mi ha permesso di viver, per quattro giorni all'anno in una situazione favolosa, in cui giorno e notte si poteva discutere, ridere, parlare, confrontarsi, a volte traanquillamente a volte con energia e con violenza, ma enpre in amicizia.per anni quegli  incontri furono una immersione tra amici che creavano una specie di stranissima famiglia in cui tutti eravamo legti gli uni agli altri, una occasione attesissima per cui si lavorava e si aspettava tutto l'anno; e questo sempre grazie all'azione sua e dei suoi collaboratori.poi alcune cose cambiarono, l'amicizia non fu più al centro degli interessi di alcuni suoi collaboratori che lo convinsero ad intraprendere altre tsrade, queste divergenze ci allontanarono e il tempo rese la divisione più acida e pesante.ma nel mio cuore sapevo e so che a quell'uomo dovevo molto che aveva fatot tanto per me, era stato importante per molto tempo prima che le nostre divergenze mi spigessero a volare via dal nido ed a trovare altrove quello che li non trovavo più.il 2 di gennaio di queto anno, alle 4 di mattina quest'uomo è morto, un infarto lo ha stroncato improvvisamente, senza un avvertimento, senza il tempo di fare o dire nulla.ed io ho pianto amare e copiose lacrime per la sua perdita assieme ad altre centinaia di persone, che lo conoscevano, che sapevano di dovergli tanto, che, come me, forse speravano che ci fosse il tempo, nel futuro di un riavvicinamento, di una riapertura dei dialogli. invece di tempo non ce n'è più e non ce ne sarà più.anche se c'era stata della ruggine tra noi, anche se non era stato bello il modo in cui ci eravamo allontanati da lui, credo che ci amncherà, a tutti, per quello che rappresentava, per quello  che era, per quello che aveva fatto.venerdi 4 c'è stata la cerimonia, in cui lui era vestito da ammiraglio della flotta, perchè quella era stata la sua vita, il club, sempre e soprattutto, e chi è andato a rendergli omaggio lo ha fatto nella stessa maniera, perchè così era il modo in cui ci vedevamo nelle convention di un tempo, quando ci si conosceva tutti e si voleva solo stare tra noi per quattro giorni, in costume come bambini forse, ma altrettanto felici, e con la comvinzione nel cuore che qello era ciò che amavamo e volevamo.
Addio Albero, sai che non credo in un aldilà, ma se ci fosse, ti auguro di viaggiare su di un'astronve e di vivere mille avventure.

Alberto Lisiero (13/08/1964 – 02/01/2013)

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