Il CIV 2012 riparte proprio dal Mugello, con il ricordo ancora forte di una giornata di ottobre che da festosa sitrasformò in silenziosa, per la notizia della morte di Marco Simoncelli.
Si riparte da qui, quasi a voler ricordare che questo sport, come la vita, va avanti.
Il format del tricolore è collaudato, ma non mancano le novità. La prima è l’arrivo di un main sponsor di prestigio come Eni che sarà anche fornitore ufficiale del carburante per Moto2 e Moto3.
Nuove anche le qualifiche ufficiali, spalmate tra il venerdì e il sabato pomeriggio, mentre il programma gare non cambia: le due Stock sono le più mattiniere, a Superbike, 125/Moto3 e Supersport/Moto2 tocca il pomeriggio. In pista, al fianco del CIV, ci sarà sempre il trofeo Yamaha, quest’anno titolato semplicemente R6 Cup e con una sola partenza ad aprire la giornata.
Dopo l’anno da challenge, la Moto3 è promossa a classe tricolore a pieno diritto, senza però mandare in soffitta la 125Gp che sarà in pista al suo fianco e assegnerà anch’essa il proprio titolo. Saranno sette, alla fine, i campioni italiani.
Gara a braccetto e classifiche separate anche per Supersport e Moto2, come nel 2011, mentre vanno da sole Stock 600, Stock 1000 e Superbike. Tutto confermato per i monogomma: Dunlop per la Moto2 e Pirelli per le due Stock.
Ricco, anzi di più, il capitolo della visibilità televisiva: Sportitalia e Nuvolari offriranno la copertura live integrale, mentre c’è il gradito ritorno di Moto tv che trasmetterà in settimana le differite di tutte le classi. Importante, sul fronte estero, il rinnovo dell’accordo con Motors Tv che diffonderà il CIV in oltre 20 milioni di case in tutta Europa. E il campionato sbarca anche in India, grazie all’accordo con Ten Sports che offrirà, in diretta, le gare della 125Gp/Moto3.
Novità assoluta, infine, la possibilità di seguire in live streaming le gara direttamente sul sito ufficiale del CIV, grazie alla collaborazione con Sportube. Insomma, sarà facile trovare il CIV in tv o sul web, in Italia e non solo.
Ma ancora meglio sarà viverlo dal paddock o dalle tribune.
Perché da dentro, si sa, è tutta un’altra cosa.
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