Se siamo cristiani e credenti la "caparra" delle Beatitudini ( Lc 6,26) è un valore incommensurabile per noi tutti.
Ma anche se non lo fossimo, è difficile tirarsi indietro e" non fare" di fronte all'immane tragedia umanitaria che ha colpito i Paesi dell'Africa nord-orientale come la Somalia, Gibuti e il Kenya settentrionale.
Lì dove una tremenda siccità ha costretto da tempo e sta costringendo ancora le popolazioni a lasciare le proprie povere abitazioni per raggiungere il campo- profughi più vicino.
Le organizzazioni umanitarie internazionali di grosso calibro ma anche le più piccole ma molto motivate Ong (organizzazioni non governative)locali e non, laiche o confessionali che siano, si sono mobilitate.
Lo ha fatto" in solido", e per la prima volta da quando esiste come istituzione, anche l'Unione Africana con un versamento per il Corno d'Africa di circa 350 milioni di dollari.
E, accanto al denaro sonante, sono stati offerti inoltre , per una cifra di ben 26 milioni di dollari , derrate alimentari.
Il denaro proviene dalla Banca Africana per lo Sviluppo, che finanzierà progetti in merito ai problemi emergenti fino al 2015.
I donatori più generosi, tra i diversi Paesi Africani, sono stati l'Algeria con 10 milioni di dollari,seguito dall'Egitto con 5 milioni, dalla Repubblica Democratica del Congo con 3 milioni e, infine, dal Gabon con una cifra di 2,5 milioni.
L'augurio e la speranza sono che questi denari siano ben spesi e sortiscano l'effetto voluto da chi ha aperto la cassaforte.
Trattandosi di Paesi fratelli, che qualche "problemino" interno da risolvere, socio-economico e sopratutto politico,diciamolo pure, lo hanno anch'essi.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)