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L’Agcom invoca la censura in nome del diritto d’autore

Creato il 24 marzo 2011 da Kappazeta

Antonella Beccaria, sul Domani, scrive un articolo molto arrabbiato, Vogliono censurare Internet in nome della tutela degli autori? Sono dei bugiardi, e a ragione: perché ancora si parla di censura alla rete, in nome di una presunta – e pretestuosa – difesa del diritto d’autore. A provarci, questa volta, è l’Agcom che deve votare un provvedimento per poter oscurare a piacimento i siti che si ritiene violino il diritto d’autore.

Ricordate qualcosa che suona un po’ come libertà di parola, d’espressione, di stampa e di critica? Ricordate che Internet ha sdoganato il lettore, ancor prima cittadino, dalla sua funzione di mero bersaglio dell’informazione? Avete presente quel fenomeno, chiamato “dal basso” (grassroot movement, dicono gli anglosassoni), tale per cui chiunque può farsi “produttore” d’informazione, veicolo, fulcro d’aggregazione?

E prosegue, dopo aver citato l’invocazione isterica di censura e controllo in nome della lotta alla pedofilia:

Il vero controllo che si vuole imporre è sull’accesso all’informazione, alla formazione, all’aggiornamento, all’arricchimento culturale. Che, in periodi di crisi economica e di riqualificazione professionale, è oro. Ma ancor più oro è un popolo che pensa e che critica. Senza l’informazione come si fa?

Per protestare contro la decisione dell’Agcom c’è una petizione da firmare. Forse non sarà tanto, ma è comunque qualcosa.


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