Alcuni dati statistici:
Il 3% delle imprese agricole in Italia è condotto da giovani con meno di 35 anni.
49 mila sono i giovani attualmente impegnati nelle imprese delle nostre campagne.
Il 22% rifornisce i gruppi d’acquisto solidali i cosiddetti Gas.
Il 50% dei laureati in Agraria trova lavoro entro un anno dalla laurea.
Dopo anni di abbandono i giovani sono attratti dalla campagna, ed è boom di iscrizioni alla facoltà di Agraria.
In tutta l’Europa mancano all’appello almeno mezzo milione di giovani agricoltori, ma il futuro, almeno in Italia, appare più verde.
Nel nostro Paese sono quasi 50 mila i contadini in erba, uomini e molto spesso donne al di sotto dei 35 anni che hanno scelto di scendere “in campo”. Un numero che in valore assoluto è tra i più alti d’Europa, e al primo posto tra i paesi con un’economia più sviluppata.
Orgogliosi delle loro scelta, nelle aziende, spesso di famiglia, questi giovani agricoltori riescono a produrre un reddito del 40 per cento superiore a quello medio del settore.
Merito della capacità di innovazione della nuova generazione, di gran lunga superiore a quella dei loro padri.
Secondo una ricerca Swg, realizzata per conto della Coldiretti, si tratta di imprenditori moderni capaci di utilizzare le leve del marketing, della pubblicità e delle nuove tecnologie, per esempio, sfruttando Internet per vendere direttamente formaggi, frutta e verdura. Molti addirittura sono fornitori dei Gas, Gruppi di acquisto solidali, formati da famiglie che si mettono insieme con l’obiettivo di tagliare i costi e avere prodotti genuini.
Insomma è un ritratto lontano anni luce dallo stereotipo del contadino un po’ chiuso e con la vanga in mano. Pieni di idee e con un livello di istruzione superiore, partecipano al progetto della Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana, gestendo, ad esempio, il 30 per cento della più grande rete europea della vendita diretta di Campagna amica.
Negli ultimi dieci anni, fa sapere la Coldiretti, “assistiamo ad una domanda crescente di voglia di agricoltura da parte dei giovani, misurata dal numero di domande comunitarie per il primo insediamento (quasi 15 mila giovani nel periodo 2007-2010) e dal balzo delle iscrizioni alle 23 facoltà di Agraria italiane (circa 7 mila iscritti), una domanda di formazione che prelude spesso a un’occupazione stabile. Il 50 per cento degli iscritti che termina gli studi trova infatti lavoro entro un anno”
Non tutto però sono rose e fiori. Le difficoltà non mancano. Per esempio, i fondi comunitari non sono stati determinati.
I giovani non hanno bisogno di essere assistiti, ma hanno bisogno di un progetto che sappia esaltare le loro idee imprenditoria. A tal riguardo è necessaria una formazione che sappia assecondare lo spirito d’impresa senza lasciare che gli imprenditori si formino solo attraverso una formazione empirica, E’ necessario che le potenzialità di queste imprese siano riconosciute ed è necessario investire seriamente in questa generazione, per non perdere una grande opportunità di crescita del Paese.
(Fonte Coldiretti)
Domanda: saprà il muovo ministro Romano, che ha ricevuto, come premio fedeltà da Berlusconi, questo importante ministero, essere all’altezza delle aspettative di questa generazione?