L'incremento della popolazione umana e l'incremento dei consumi hanno creato una domanda senza precedenti sulle risorse agricole e naturali della Terra. Siamo ormai in 7 miliardi su questo bellissimo pianeta (il primo miliardo lo abbiamo raggiunto agli inizi del 1800 mentre alla fine del Novecento eravamo già oltre 6 miliardi). Nel 2050 saremo più di 9 miliardi e a oggi i denutriti presenti sulla Terra sono circa 1 miliardo.
Dalla metà del secolo scorso abbiamo sottoposto i sistemi naturali del mondo a una pressione senza precedenti che ne ha sconvolto i normali meccanismi di evoluzione. Abbiamo modificato l'80% degli ambienti naturali delle terre emerse, segnando una "impronta umana" ben distinguibile dalle fotografie dei satelliti. Tra gli Obiettivi di sviluppo del Millennio vi è quello di ridurre di almeno la metà gli esseri denutriti entro il 2015.
In che modo riusciremo a raggiungere tale obiettivo garantendo la disponibilità di cibo per tutti gli abitanti del pianeta? Ce la faremo solo facendo "pace con la natura" e se saremo capaci di vivere entro i limiti dell'unico pianeta che abbiamo a disposizione. Questa è la sfida del futuro per tutti, istituzioni, imprese, società civile. Ed è una sfida fatta di innovazione, inventiva, intelligenza, capacità di visione, capacità di futuro. Non possiamo affrontare i problemi con la stessa mentalità che li ha prodotti. Per nutrire la popolazione umana bisogna proteggere i sistemi naturali della Terra, praticare l'agroecologia, un'agricoltura che rispetti le dinamiche della natura e soprattutto eliminare gli sprechi che si accumulano dal campo al consumo. Potremo così aumentare la disponibilità di cibo di almeno il 50%.
Questa è una sfida che vale veramente la pena di essere vinta.
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