La vista dalla finestra di casa mia
Vivere a Pechino significa convivere ogni giorno con un inquinamento atmosferico pesante e un cielo sempre più spesso monocromo. E anche il clima di certo non aiuta perché non piove mai, se non d'estate quando gli acquazzoni sono imprevedibili e improvvisi. L'inverno è la stagione più secca per eccellenza, e anche se qualche volta concede un po' di neve, guardare le previsioni del tempo è una cosa assolutamente inutile. Ogni giorno è sereno e via via sempre più freddo e rigido, ma individuare il sole spesso è una scommessa! L'unica salvezza è il vento, ma quando non soffia non c'è scampo... ormai si parla di Airpocalypse e non ci potrebbe essere parola più azzeccata.
Da qualche mese la prima cosa che faccio il mattino è scostare le tende e vedere com'è la luce, il secondo passo è controllare l'indice delle polveri sottili e il terzo mettermi la mascherina prima di uscire se ce n'è bisogno. Forse l'anno scorso sono stata un po' troppo indulgente su questa storia, ma al momento è diventata una fissa e non voglio rischiare di riempirmi i polmoni di metalli, cemento e compagnia bella. Eccomi quindi di nuovo barricata a casa per un intero weekend, mentre fuori la concentrazione di polveri sottili ieri ha raggiunto i 500 microgrammi/metro cubo e sicuramente ormai tutti sanno che l'OMS ha fissato a 25 il limite di pericolosità. La cosa preoccupante è che molti cinesi non prendono la cosa sul serio, lo dico perché vedo mamme e bambini a spasso, perché a scuola si esce in cortile ogni stramaledetto giorno, anche il più grigio. Essere privata dell'aria è una cosa a cui non mi abituerò mai.