Verrebbe naturale pensare che una nave costata 150 miliardi di dollari e che orbita intorno alla Terra sia dotata delle più avanzate tecnologie e sia tirata a lucido come le stazioni spaziali che siamo abituati a vedere al cinema. Ma la realtà sembra invece ricordare di più il deposito di un rigattiere, come chiosa in un’intervista a BBC Future il designer e ricercatore della Nasa Sam Hashemi, che aggiunge “scordatevi quelle immagini di interni ordinati e minimalisti cui ci hanno abituato film come 2001 Odissea nello Spazio!”.
La vera Odissea Spaziale sembra in effetti quella cui sono sottoposti gli astronauti che, dal 2001, per gestire la loro lunga lista di mansioni quotidiane e tenere sotto controllo l’enorme numero di incarichi che devono essere svolti a bordo si devono adattare a lavorare da postazioni fisse, costretti ad usare sistemi operativi obsoleti.
Hashemi lavora proprio su questo. Sostiene che i sistemi in uso sono talmente superati che alcuni membri dell’equipaggio si portano a bordo il proprio computer. Come può dunque questa costosissima astronave essere dotata di dispositivi intuitivi e di semplice utilizzo come quelli che vengono usati sul Pianeta Terra?
2001: odissea nello spazio. Un fotogramma del capolavoro di Stanley Kubrick del 1968.
“Quando ciascuno di noi fa un’operazione online con la propria banca è probabilmente ben più futuristico di quanto non sia nella pratica un astronauta!” aggiunge Hashemi per descrivere la situazione.
“La tecnologia è oggi talmente pervasiva che ognuno di noi, o quasi, ha il suo iPad personale e gli astronauti si chiedono – e chiedono a me – perché se il 90% della tecnologia che quotidianamente utilizzano può essere gestito tramite iPad, il restante 10%, quello che permetterebbe anche la gestione della missione, non possa essere anch’esso sullo stesso dispositivo. La NASA utilizza dei simulatori a terra per riprodurre le condizioni che si verificheranno poi durante il volo e analizzarne i dati per cui si è pensato, proprio in ragione del fatto che si tratta di simulazioni, di provare a implementare una nuova tecnologia. Nell’ottica di liberare gli spazi e rendere la Stazione Spaziale meno simile a un ammasso confuso di ferraglia, i vecchi monitor saranno sostituiti da pratici tablet sui quali ogni astronauta possa operare comodamente. Il successo di questa ricerca è stato enorme, due prove di utilizzo che sono state realizzate sono state apprezzatissime e tutti aspettano che le innovazioni arrivino a bordo. Il prossimo passo è una simulazione a terra delle condizioni sulla Stazione Spaziale usando il software di questo iPad, per poi portare finalmente questa tecnologia nello spazio”.
Tutti ci auguriamo che la vita degli astronauti possa essere migliorata dalla possibilità di utilizzare dispositivi tecnologici più comodi e funzionali, ma ripensando a come AL9000 da solo prendeva il controllo della nave, meglio non pensare all’eventuale rivolta dei suoi nipotini in squadra…
Fonte: Media INAF | Scritto da Francesca Aloisio