Nella giungla indonesiana di Sulawesi si nasconde la regione di Tana Toraja, che ospita una piccola comunità indigena ancora legata ad antichissime tradizioni tribali apparentemente prive di senso agli occhi di un occidentale, ma che acquistano uno specifico significato per la cultura locale.
Uno degli elementi culturali più importanti del villaggio di Tana Toraja, infatti, è il "passieeiran", traducibile letteralmente in "sepolcro per bambini dentro un albero vivente".
Tana Toraja si trova a circa 300 km da Makassar, ed è la terra del gruppo etnico Toraja. La società Toraja, nota per la loro notevole abilità nell'intaglio del legno, considera un funerale come uno degli eventi più importanti, elaborati e dispendiosi dell'intera religione Aluk To Dolo ("La Via degli Antenati", ufficialmente riconosciuta dal governo indonesiano).
In caso di decesso di un membro della nobiltà, si celebrano feste in cui si recitano poesie e canzoni, si suonano flauti e si intonano le parole di potere della tradizione, durante una cerimonia che può durare addirittura anni dopo la morte del caro estinto.
Dal momento del decesso fino all'inizio dei riti funebri, il cadavere viene ospitato in casa, e trattato come se fosse una persona malata. In quel momento la sua anima è ancora nel corpo (è necessario celebrare la cerimonia di sepoltura per ottenere l'ingresso nell'aldilà), cosa che lo rende ancora parzialmente vivo per la religione Aluk.
Prima della sepoltura, viene creato un manichino (tau tau) con le sembianze e l'abbigliamento del defunto intagliato in legno più o meno pregiato, o con dettagli più o meno precisi, in base allo status sociale del morto.
I dettagli dell'intaglio possono essere molto elaborati; i Toraja, infatti, sono esperti lavoratori del legno, materia prima utilizzata anche per la costruzione delle Tongkonan, le case a forma di barca che ospitano la stessa famiglia da generazioni.
L'ossessione dei Toraja per i defunti è ancora più evidente dalla cerimonia chiamata Ma'Nene, che si svolge ogni anno ad agosto: i corpi dei defunti vengono esumati, lavati, vestiti, e portati in processione per il villaggio.
Nel caso muoia un bimbo, invece, il trattamento che viene riservato al cadavere è del tutto differente. In alcuni villaggi, i bimbi sopra ai due-tre anni vengono inseriti in piccoli contenitori di legno e appesi sulla cima di una collina o di un albero, fino a quando le bare non cadono rovinosamente a terra.
A Sangala e Kembira, invece, gli abitanti credono che i bambini deceduti prima di aver messo il primo dente debbano essere seppelliti all'interno del passieeiran, un albero considerato sacro dagli abitanti locali.
"Nelle vecchie credenze" spiega Joseph, abitante locale, "gli spiriti vanno nel Puya, l'aldilà, quando si sacrifica un bufalo. Ma non si sacrifica un bufalo per un bimbo che non ha ancora i denti. Loro vanno in un posto differente. Loro vanno in cielo".
Dal 20 secondi in poi...
"Quelli che credono nelle vecchie usanze mettono il corpo del bambino in un albero vivente. Lo avvolgono in una coperta o nella corteccia di areca. Ricavano un buco nel tronco dell'albero delle giuste dimensioni del corpo, vi inseriscono il bambino, e chiudono la nicchia con foglie di palma. In questo modo man mano che l'albero cresce verso il cielo, i bambini saliranno con lui. Dato che non possono andare nel Puya, non hanno anima, e continuano a vivere, e per questo giocano nel cielo come angeli".
Souls Growing Skywards with the Trees
Life and Death in Tana Toraja, Indonesia
Magazine Scienze
Potrebbero interessarti anche :