Ci scrive Maurizio Mazzorama:
Desidererei vedere i versi della poetessa afghana Nadia Anjuman, morta vittima di violenza domestica all’età di 25 anni, appesi a questo vostro bellissimo albero del futuro.
eccoli:
Leggimi 2003
Non sorprende se il libro dei miei ricordi
ti porta a raccogliere scintille.
Non sorprende
se le mie poesie
lacerano il tuo velo nefando.
Con te sono più contenta.
I miei ricordi
chiamano a raccolta i tuoi.
È passato molto tempo da quando con la bellezza della tua voce
nella chiarezza dei miei canti
tu piangevi senza vergogna.
Leggimi,
perché il tuo bicchiere di avidità distruttiva
verrà riempito di vino
di un solo sorso della mia poesia.
Leggimi,
perché ancora ti ghermisce lo sconforto.
Così, ancora una volta, le nuvole nei tuoi occhi
parleranno di primavera.
Fai piovere quando vuoi,
fai piovere e con il lungo trillo delle parole
nella fredda terra del tuo petto
dagli vita
e allora
con un fischio del mio amore
cresci, sboccia e diventa primavera.
E io siedo sulla strada dei giorni
perché l’estate torna poco a poco; e ci conforta.
Io siedo,
e tu mi inviterai alla festa dei rami del tuo petto
per raccogliere una cesta
di mele rosse della vita.
L’estate arriva,
non è una sorpresa.
Nadia Anjuman 2003.