Dionisiaco verseggiare
Strappare l’esistenza dai chiodi della vita
e poi buttarla in gioco, senza pensarci;
lo sapresti fare questo, tu?
E quando la carne diverrà livida, informe,
dolente e senza più passione,
bruciarla sugli altari di altre esistenze,
brulicanti e fameliche come la propria
di aria e vita.
Cedere il passo, ammettersi deboli, inetti.
E sparire.
Le lettere nere che offendono l’esistenza
infilzandola su pagine di carta in librerie di legno
non servono quasi a nulla, se non al Narciso ubriaco
e ai suoi depressi adepti.
Se si vuole fregare il deperimento,
se la consunzione del corpo è una scusa,
per mascherare un’anima di cartone,
allora si spengano le ambizioni
e i sogni rimangano in banca.
Un’altra esistenza, invece, attende di essere colorata
e solo allora, finalmente, si vincerà l’orrore del vuoto,
diventando quasi se stessi…
(Giuseppe Barreca)