da *La favola di Lilith in due atti*
avrei subito l’ansa come un fatto silente
avrei appreso la laguna come la convergenza
dell’acqua al buio se altri moventi
se altri garanti non mi avessero emulsionata
in una fisica dirimpetta e io non mi fossi perfezionata
nella distanza che mi divide, una dall’altra
innervata che sloga volo e caduta.
Tutti i fatti subiti e orditi dal corpo
mi dicono che rimane sul polpastrello
l’impronta, più che in questa creta plasmata altrove
(Viviana Scarinci)