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L’alchimia della parola. Guglielmo Peralta, “Soaltà” e “Sognagione”

Creato il 03 luglio 2010 da Retroguardia

L’alchimia della parola. Guglielmo Peralta, “Soaltà” e “Sognagione” L’alchimia della parola. Guglielmo Peralta, “Soaltà” e “Sognagione”

di Francesco Sasso

Poeta incantato, Guglielmo Peralta è autore di due silloge, Soaltà (Palermo, Francesco Federico editore, 2001) e Sognagione (Palermo, The lamp Art Edition’s, 2009), colme di joie de vivre, in cui talvolta si avverte anche il fremito di un latente dolore.

Scrive l’autore nella RAP-PRESENTAZIONE, sorta di manifesto personale:

«La Soaltà è terra vergine che molto promette al suo poeta-contadino. Approdo a questa terra ogni volta che smetto di pormi domande impenetrabili […] E un innesto è soaltà nata dal “sogno” e dalla realtà. Essa risolve nel rapporto di equivalenza l’opposizione tra i due termini antonimici costituendo con la realtà un nuovo dualismo che è, tuttavia, libero da contraddizioni» (Soaltà, pp.14-15).

A Guglielmo Peralta spetta soprattutto il merito di aver vivificato il linguaggio con espressioni personali, riaccendendo la lingua parlata, attingendo alle fonti del romanticismo, senza tuttavia abbandonare la ricerca di una limpida semplicità e l’invenzione/scoperta inesauribile del neologismo. Per esempio, il neologismo soaltà deriva dalla combinazione di sogno e realtà, mentre Sognagione vuol significare “piantagione (o stagione) dei sogni”.

SOALTA’: «Un altro cielo / è il sogno che attraverso / a ridosso delle stelle / e quest’ombra / che adesso mi conduce / è una luce infinita… / la soaltà senza tempo» (Soaltà, p.25)

Il poeta affida il valore della poesia alle rivelazioni dell’irrazionale, dando così sfogo all’alchimia della parola, fidando dei sogni e nelle visioni del cielo notturno, come nelle fonti di una verità parallela all’umana esistenza, le cui apparenze consuete possono essere superate solo per via della poesia.

FLATUS VOCIS: «Io celebro la voce che si leva / all’altezza del Suono / e celebro il tuono / che da costola di luce si scuote / senza fiato né tromba // Di tante nascite che ci appartengono / estranea è la nascita del Suono / Il suo volo non colma / la misura del cielo / eppure eguaglia / simile a sparviero / la discesa alare della divinità» (Soaltà, p.33)

La poesia di Guglielmo Peralta riflette il sereno equilibrio spirituale raggiunto attraverso l’assidua frequentazione della poesia di Novalis e della poesia mistica cristiana. La sua poetica dell’oggetto poi si trasfigura incessantemente in luce, canto ascetico e visione profetica.

FUORI SCENA: « Destiamoci / al sogno / per crescere in / visibilità // Coltiviamo / sulla scena / il suo seme / di luce / affinché / il canto / fiorisca / tra gli applausi / e il mondo / apra gli occhi / allo stupore» (Sognagione, p.10).

f.s.


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