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L’Alcoa lascia l’Isola e finalmente il Palazzo si sveglia dal torpore

Creato il 12 gennaio 2012 da Yellowflate @yellowflate

L'Alcoa lascia l'Isola e finalmente il Palazzo si sveglia dal torporeLa Sardegna soffre la crisi più di ogni altro luogo di Italia, e, la chiusura dell’Alcoa certo non può essere accolta in modo positivo. I più ne sono veramente preoccupati. Iniziata ieri, è ancora in corso una assemblea fiume a  Villa Devoto, il tema ovviamente è quello dell’ Alcoa che sarà discusso fra il governatore Ugo Cappellacci, l’assessore dell’Industria, Alessandra Zedda, il presidente della Provincia Carbonia Iglesias, Salvatore Cherhi, i rappresentanti regionali, territoriali e di categoria di Cgil, Cisl e Uil, quelli di Confindustria, Confapi e i rappresentanti dell’azienda, il direttore dello stabilimento, Og Bernardi, con il responsabile investimenti e relazioni esterne, Sergio Vittori, e il responsabile delle risorse umane, Fabio Carboni.  Così si legge sull’Unione Sarda. Risulta poi essere stato fissato per domani, venerdì, a Roma al Ministero dello Sviluppo economico, e anticipa l’incontro fra i sindacati e la presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo. La mobilità interesserebbe ben 501 lavoratori diretti oltrea  tutto l’indotto, ovviamente alla fabbrica Alcoa, dopo l’assemblea è iniziato lo sciopero.Che pare essere calendarizzato per venedrì dalle c 10 alle 14. L’astensione dal lavoro coinciderà con il vertice convocato a Roma al ministero dello Sviluppo economico. Sempre sull’Unione Sarda si trova la dichiarazione di Massimo Cara, Rsu della Cisl che ha dichiarato:  ”La fabbrica non si tocca e non si deve fermare Per questo motivo faremo tutto ciò che è possibile per difendere il sito industriale e il nostro lavoro”. Dure le parole Franco Bardi, segretario della Fiom Cgil. “La politica deve fare la sua parte, il governo deve dire cosa vuole fare: noi siamo convinti che questa fabbrica sia produttiva e ci batteremo per difenderla”. Intanto tutto il mondo politico studia strategie per l’Alcoa


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