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L’alcova

Da Paultemplar

Elio de Silveris, ufficiale dell’esercito italiano, ritorna nella sua villa in un luogo imprecisato.
Ad attenderlo c’è sua moglie, Alessandra, che nel frattempo. vista la lontananza del marito, si è consolata con la sua segretaria e factotum Wilma.
L’arrivo di Elio ridesta i sensi sopiti di Alessandra, che inevitabilmente trascura Wilma, che altrettanto inevitabilmente soffre lo stato delle cose.
Ma ad aggravare la situazione, ecco un colpo di scena; l’ufficiale reca con se una splendida donna abissina, Zerbal, che presenta come una sua preda di guerra.
La donna è vista da subito come fumo negli occhi sopratutto dalla legittima consorte, che però ben presto scopre di essere attratta dalla nuova arrivata.

L’alcovaAnnie Belle (Wilma) e Lilli Carati (Alessandra)

Così tra le due nasce una intensa relazione saffica, ben vista dal marito, mentre Wilma, ormai messa completamente da parte, ripiega su un giovane ufficiale.
L’atmosfera nella villa diventa sempre più viziosa; ai giochi lesbici delle due donne, si aggiunge Elio, che proietta filmini porno, eccitando ancor di più i sensi delle protagoniste.
Ma l’eccesso di erotismo gioca uno scherzo fatale.

Alessandra e Zerbal, ormai indissolubilmente legate, per gioco legano Wilma ad un letto, facendola violentare dal guardiano della villa.
La cosa sconvolge la ragazza, che confessa tutto al giovane ufficiale.
Così, una sera, mentre Elio, Alessandra e Zerbal sono seduti a tavola in giardino, fra torce che illuminano la villa, Wilma e il suo compagno arrivano non attesi.

L’alcovaLaura Gemser è Zerbal

Zerbal si avvicina alla ragazza, ma il giovane ufficiale lancia in segno spregiativo un oggetto verso lei; cadendo, l’oggetto rovescia una candela, che appicca il fuoco al sottile vestito di Zerbal.
Un attimo e la donna è preda delle fiamme.
Morirà bruciata viva, senza che i presenti possano ( o vogliano) fare qualcosa per salvarla.

Film scopertamente erotico di Joe D’Amato, diretto nel 1984, L’alcova tuttavia si discosta dai film a luce rossa che imeprversavano in quel periodo, pur se le tematiche e molte scene del film sono ai limiti labili del confine con il cinema hard.
Il film ha una sua sceneggiatura, sorprendentemente ben fatta, e si avvale anche di una splendida fotografia, che immerge il film in’atmosfera quasi d’annunziana, come del resto recita il titolo del film.

L’aria che si respira è morbosa, decadente; i personaggi agiscono per istinto, un istinto animalesco, che li porta ben oltre la morale comune.
I rapporti lesbici si sprecano, e sono la costante del film.
Ma la storia è ben diretta, ha una sua logica, pur nei limiti di un’operazione di marketing cinematografico.
Non a caso come protagoniste del film D’Amato sceglie due star del cinema erotico, Laura Gemser e Lilli Carati, affiancati da una sfiorita Annie Belle.
Delle tre la più conturbante è proprio l’attrice orientale, che in qualche modo tiene a galla il suo personaggio, rivestondolo di un’aura di esotismo e mistero.

L’alcova

Lilli Carati appare spaesata, forse perchè già da tempo alle prese con i suoi gravi problemi di dipendenza dalla droga.
Appare appesantita, stralunata, pur mantenendo uno standar recitativo sufficiente.
Annie Belle appare ancor più estranea; sfiorita, appesantita, con i capelli castani, appare quasi irriconoscibile, dall’efebica ragazza che a metà anni settanta aveva interpretato film come La fine dell’innocenza.
Al Cliver fa la sua parte, dignitosamente.
Alla fine, paradossalmente, proprio i difetti decritti fanno si che il prodotto risultante sia accettabile.
Gli attori ci mettono buona volontà, assecondando un D’Amato che sembra aver ritrovato l’antica mano, l’abilità nel creare storie torbide condendole con un pizzico d’erotismo (forse molto più di un pizzico), creando atmosfere lussuriose, malsane e intriganti, in cui il sesso, le sue derivanti sono la struttura stessa del racconto.
Del resto reggere un film con otto attori non è da tutti.
D’Amato ci riesce.

Qualche nota sulle attrici; per Annie Belle questo è uno degli ultimi film interpretati.
Dopo questo, arriverà La venexiana, in cui ha una breve parte e il terrificante La croce dalle sette pietre, uno dei film più scombinati mai girati in Italia; anche Lilli carati è ormai al tramonto, visto che dopo L’alcova girerà Voglia di guardare e Lussuria, prima di prendere la strada senza ritorno del film hard.
Laura Gemser invece continuerà la sua onesta carriera, grazie anche alla sua bellezza sottile, che manterrà pressochè intatta.

L’alcova, un film di Joe D’Amato. Con Al Cliver, Lilli Carati, Annie Belle, Nello Pazzafini, Laura Gemser Commedia, durata 86 min. – Italia

L’alcova

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