Come al solito l’informazione si ferma alla soglie del potere e quindi alle opinioni pubbliche viene ammannito il solito pater ave e gloria della Nato e dei governi da essa dipendenti: certo ci si rende conto della gravità dell’abbattimento dell’aereo russo, di ciò che esso prefigura, ma ci si nasconde dietro il pretesto di una presunta violazione dello spazio aereo turco da una parte per cercare di dare un qualche barlume di legittimità alle azioni Ankara, dall’altra per coprire l’evidente intento turco di impedire in tutti i modi quella guerra all’Isis che oggi fiorisce negli intenti degli alleati e nelle sue prefiche mediatiche. Ma la Nato che nasconde anni di ambiguità e bugie, invece di bacchettare il sultano Erdogan, se ne fa portavoce e difensore d’ufficio.
La cosa è ridicola per non dire infame perché stando alle informazioni dei turchi, sintetizzate dalla cartina concessa dalle autorità di Ankara all’ufficio stampa della Nato, ossia alla Cnn, le uniche peraltro che vengano prese in considerazione, se una violazione dello spazio aereo c’è stata essa può essere durata al massimo una dozzina di secondi il che rende del tutto fantasiosa la tesi di Ankara di un preavviso di cinque minuti dato dai suoi caccia. La medesima cartina con il punto di impatto del caccia bombardiere di Mosca segnalato con una X, porta a pensare che il fuoco sia stato aperto quando il Su24 russo era già nello spazio aereo siriano il che configura un’azione di guerra contro aerei che volano legittimamente (gli unici per la verità) sul territorio siriano effettuato da velivoli che in quello spazio non sono autorizzati a volare.
Oddio i turchi hanno per vizio la violazione degli spazi aerei altrui come quello greco e cipriota ma in questo caso Ankara sembra voler affermare una sorta di no fly zone illegale sul nord della Siria, privo di mandato dell’Onu, anche se non privo di complici e chissà , forse mandanti, tra cui spicca il nomen omen Stoltenberg. Tutto ciò che è accaduto non avrebbe senso senza la copertura della Nato. Putin ha perfettamente ragione a parlare di pugnalata alla schiena, ma evidentemente non si riferisce ai soli turchi bensì alla Nato che consente ad Ankara e al suo sultano di fare l’esatto contrario della guerra all’Isis e gli tiene bordone persino nella sua pretesa di sentirsi aggredito:
- con la scusa di intervenire contro le forze islamiste bombarda i combattenti curdi che si battono contro il Califfato
- tollera anzi favorisce il contrabbando di petrolio da parte dell’Isis attraverso il suo territorio, servendosi addirittura di una società di trasporti del figlio di Erdogan
- imprigiona o uccide i giornalisti che denunciano le liason tra il governo e il Daesh anche se la cosa non ha molto spazio di cronaca in occidente
- si serve del flusso di rifugiati per ricattare l’Europa
Tutto questo sarebbe intollerabile se dalla Nato, vale a dire da Washington, non venisse l’ordine di tollerarlo e di fiancheggiarlo caricando sulle spalle dell’Europa un fardello di ambiguità e di bugie che finirà per ucciderne i brandelli di anima rimasta, sufficiente in ogni caso a suscitare un disprezzo di cui sarà la prossima generazione a raccogliere i frutti avvelenati.