Magazine Diario personale

l' allenamento al pensiero positivo

Da Verdeacqua @verde_acqua
l' allenamento al pensiero positivo
C'era una volta una ragazza che bene o male potevamo definire ottimista. O perlomeno con l'intenzione di vivere e guardare alle cose con ottimismo.
Si è visto tante volte. Lo ha sentito lei anche di più.
Il temine ottimismo non le è mai piaciuto davvero,  lo associa troppo a quella pubblicità di qualche anno fa sull'ottimismo che è il profumo della vita. Ci sono markettari, pubblicitari e politici che ogni giorno rovinano le parole e nessuno dice niente.  Comunque la ragazza in questione lo intende come senso di fiducia, speranza, pensieri positivi.
C'è stato un periodo lungo, ma anche breve allo stesso tempo, in cui ha vacillato qualcosa. In cui provava sulla sua pelle qualcosa di nuovo, qualcosa di grosso con cui convivere, qualcosa fatto di desiderio, di sogni e di speranza ma anche di attesa, di pazienza e delusione . Lei che aveva sempre avuto tutto. Che non aveva mai dovuto realmente rinunciare. Lei che era sempre riuscita in quello che voleva. Lei che non aveva mai urtato contro qualcosa di troppo ostile. Lei che non aveva mai lottato con qualcosa di più grande di lei.
C'è una bambina, quella che dovrebbe nascere tipo adesso, che ne è frutto.
Frutto di una ricerca, frutto di un percorso, frutto dei cambiamenti della ragazza, frutto di una nuova consapevolezza. La ragazza, la sua mamma, ha imparato tanto, per lo meno un pò di più, sulle cose della vita. E guardando indietro può solo convincersi che non le sarebbe potuto andare in altro modo. Che ci sono cose che dovevano essere. Che se c'è un disegno per ognuno di noi questo era il suo. Che ci sono dolori e perdite che anche se non nascono con un perchè poi lo raggiungono. Che certe cose senza quel dolore non sarebbero così oggi.
Che la bambina, questa bambina, non ci sarebbe mai stata se la ragazza non avesse percorso questa strada.
La ragazza aveva paura. Paura di non riuscire. Paura di doversi rassegnare. Paura di morire di nuovo.
Poi, come spesso accade, la bambina insegnò all' adulta.
E piano piano tornarono tanti e tanti pensieri positivi. La speranza, la fiducia. Gli occhi sberluccicanti.
Perchè non è come andare bicicletta, che non si dimentica mai, ci si deve allenare, sempre.
E la ragazza non è mai stata meglio da quando si sta allenando.

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