L’allenamento mentale dei grandi coach che aiutano a vincere - Seconda parte

Creato il 07 febbraio 2011 da Ekis Sport Coaching @Ekis_srl

Nel precedente articolo ti ho parlato, attraverso la storia del progetto Lazio Basket, di riferimenti vincenti di mental training per costruire la tua “fortezza della vittoria”.

Oggi voglio continuare ad approfondire l’argomento da un diverso punto di vista, raccontando una nuova storia, di un coach e di un campione straordinari.

Oltre agli spunti precedenti, un’altra cosa che puoi fare per aggiungere robustezza alla tua fortezza della vittoria è allenarti mentalmente ad anticipare il successo.

“Anticipare il successo” significa comportarsi come se avessi già vinto, come se fossi già diventato lo sportivo che desideri essere, per creare nella tua mente il famoso riferimento di cui ti parlavo nell’articolo precedente.

Naturalmente, come diciamo sempre noi sport coach, si tratta di allenamento mentale e non di “miracolo mentale”, perciò hai bisogno di farlo con costanza, perché il tuo cervello, come i tuoi muscoli, ha bisogno di ripetere per essere efficace.

Ti sembra fattibile? Mi spiego meglio…

Ricordi quando ti ho detto che ti avrei parlato di “Invictus”? Se non hai visto il film, ecco qui il trailer:

Invictus racconta la storia vera di come la squadra di rugby del Sud Africa vinse il campionato del mondo, con l’aiuto dell’allora neo-presidente Nelson Mandela.

La squadra sembrava non avere una chance di vincere il campionato del mondo ma quell’anno riuscirono a sconfiggere tutti, persino gli inarrivabili All Blacks.

Con te mi voglio focalizzare in un aspetto particolare del film: Nelson Mandela nella vittoria riponeva speranze non solo sportive ma anche politiche. Egli diede il suo personale supporto al capitano della squadra di rugby sudafricana e condivise con lui i suoi obiettivi. Il capitano comprese così l’importanza storica e sociale che vincere il campionato avrebbe rappresentato e fece una cosa molto interessante, che da brava mental coach, ti voglio segnalare.

Sapendo quanto fosse importante vincere egli decise di eliminare le alternative e mettersi a lavorare per un unico esito possibile. Nella sua mente il compito era soltanto uno: vincere, non c’erano altre possibilità, non c’erano “se” e “ma”.

Da quel momento iniziò a comportarsi come se avesse già giocato e vinto tutte le partite, guidato da un’incrollabile certezza di vittoria.

Grazie al suo esempio, la vittoria era diventata per tutta la squadra un bisogno impellente, una necessità imprescindibile, non più una cosa che poteva accadere ma una cosa che doveva accadere.

Così, una squadra apparentemente più debole delle altre si trasformò in una squadra campione del mondo. Se ci pensi bene, la storia sportiva è piena di esempi simili.

Quello che dico a te è di prendere spunto da questa storia ed eliminare le alternative quando sei in gara: comportati come se l’unica opzione possibile sia quella di vincere. Allenati a pensare alla vittoria come all’unica evenienza. Questo ti aiuterà a provare una sicurezza, una determinazione ed una concentrazione straordinari!

Inoltre, questa squadra aveva uno scopo ultimo molto forte: il loro “destino” era quello di contribuire ad unire due popoli, che fino ad allora avevano soltanto conosciuto l’odio reciproco, sotto la stessa bandiera.

A te dico: più forte è il tuo scopo, più è probabile che tu realizzi i tuoi sogni di sportivo.

Lo scopo ti dà la motivazione, la benzina che ti fa andare avanti sempre e comunque.

Intendiamoci, credo vada benissimo praticare uno sport perché ti piace giocare e ti riesce bene farlo, senza nessun’altra apparente finalità e senza pretendere di cambiare il mondo.

Però, se ci pensi bene, in fondo in fondo c’è sicuramente qualcosa che ti muove a sopportare gli allenamenti quotidiani, le trasferte, il regime alimentare ecc..

Se ti chiedessi cosa alimenta la tua passione per lo sport che pratichi, cosa mi risponderesti?

E se ti chiedessi cosa pensi di meritarti di esprimere e cosa vuoi ottenere attraverso questo sport?

E ancora… quali traguardi vuoi raggiungere? Qual è il contributo che senti di voler portare all’interno del tuo team, che tu sia il membro di una squadra o che tu abbia un team che ti segue (preparatore atletico, allenatore, mental coach…)? Qual è il contributo che senti di voler portare in generale?

Non lasciare che i tuoi pensieri a riguardo svaniscano nel vento, la routine quotidiana li assorbirebbe presto… adesso, subito, prendi carta e penna e scrivi tutte le risposte che senti nascere dal cuore. Più risposte troverai, più benzina avrai nel tuo serbatoio. Se le risposte non arrivano subito, continua a fare quello che stai facendo, le troverai sicuramente durante il cammino.

Riempiti di esempi positivi, che ti caricano e ti motivano. Storie come quella della nazionale sudafricana di rugby nutrono l’anima. Sono storie reali, vere, che insegnano che realizzare l’impossibile a volte è possibile.

Infine, trova un mentore o più di uno, una persona che stimi moltissimo, qualcuno che senti essere la tua guida.

Può essere una persona che conosci, come il tuo allenatore o il tuo mental coach, oppure una persona che non conosci ma che ti ispira profondamente, come può essere un grande campione, vivente o del passato, o uno della famiglia.

Trova persone che ti diano ispirazione: come Simone Santi per i suoi ragazzi, Nelson Mandela per la nazionale di rugby, la madre adottiva per Michael Oher, ecc.

Quando sei in gara e in ogni momento in cui ne hai bisogno, immagina cosa ti direbbe questa persona, anche se non è lì in quel momento. Immagina come ti guiderebbe e cosa farebbe per aiutarti a esprimere il tuo valore ed il tuo talento di sportivo.

Immagina come ti ispirerebbe a rendere possibile ciò che non ti sembra possibile, e come ti darebbe la forza di continuare ad andare avanti fino all’ultimo, anche quando ti dovesse sembrare di non farcela più.

Le storie sono importanti, regalano speranza, determinazione, forza. Continua a condividere sul blog la storia sportiva che più ti ha ispirato, potrebbe essere fonte d’ispirazione per molti altri sportivi come te.

A presto e… buone vittorie!

Di Silvia Pasqualetti


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