All' inizio furono le piume, di cui le signore amavano adornarsi. Per questo motivo nel secolo scorso venne creato a Firenze il primo allevamento europeo di struzzi, una specie originaria dell' Africa australe, l' ultima a essere stata addomesticata dall' uomo circa 1500 anni fa. Ma venne il giorno in cui le nobildonne si stancarono degli ampi cappelli: troppo ingombranti per salire sulle prime automobili. O più semplicemente i tempi stavano cambiando: era la vigilia della prima guerra mondiale. Di struzzi in Europa si ricominciò a parlare negli anni Settanta in seguito al successo della pelle, apprezzatissima dai designer americani.
Pur essendo un animale proveniente da climi caldi africani, lo struzzo si adatta molto bene anche ai nostri ambienti, purché siano rispettate alcune condizioni essenziali. E’ importante garantirgli un riparo dai venti dominanti e un luogo asciutto dove dormire la notte, evitando soprattutto il binomio pioggia - freddo. Bisogna inoltre mettergli a disposizione tettoie o alberi come riparo dal sole estivo. Lo struzzo è un animale molto rustico che si presta a condizioni d’allevamento estensive anche in zone marginali, trovando il suo habitat ideale nelle zone di collina e di montagna
Origini dello struzzo
L’origine dello struzzo è antichissima (in Cina si trovano resti risalenti a 25.000 anni fa). Conosciuto dagli Egiziani e dai Romani che lo utilizzavano come animale da lavoro ma anche da carne. Alla fine del 1700 in Sudafrica si allevano struzzi per la produzione di carne e per le penne. Dopo il 1986 a causa dell’apartheid negli USA si sono attivati allevamenti intensivi per soddisfare le richieste in particolare di pelle. L’allevamento si è diffuso poi in molti Paesi dall’Africa all’Australia, al Brasile, a Israele, all’Italia.
Caratteristiche della specie
Lo struzzo non appartiene a una specie addomesticata ma è un animale selvatico tenuto in cattività.
È il più grande uccello vivente nel mondo ma non può volare in quanto le piume di ali e coda non sono funzionali. Ha una straordinaria capacità di corsa: supera i 70 km/h, con un “fondo” di oltre 15 minuti e falcate a balzi di 4 – 5 metri. Le due dita del piede sono unite da una membrana che gli consente la corsa anche su terreni instabili e sabbiosi.
Le fasi dell’allevamento dello struzzo
Anche per lo struzzo, come per le altre specie avicole, l’allevamento è diviso per fasi.
In primis vi è l’allevamento del pulcino vero e proprio, di età compresa tra 1 e 28 giorni.
Si passa quindi alla fase cosiddetta di “svezzamento” che va da 28 giorni a quando si è completato lo sviluppo dell’apparato digerente, intorno a 3 mesi di età.
Da 3 a 6 mesi vi è la fase di accrescimento e, infine, per gli animali destinati alla produzione di carne, la fase di finissaggio che termina ad età di macellazione, tra gli 10 e gli 11 mesi.
Stesse fasi di allevamento per i riproduttori che vengono poi mantenuti a finissaggio fino al raggiungimento della maturità sessuale (3 anni per le femmine, 4 per i maschi).
Allevamento dei pulcini
Un pulcino di struzzo, alla nascita, pesa tra 1 e 1,2 kg. L’allevamento viene effettuato in pulcinaie con eventuale presenza di madri artificiali.
Le pulcinaie sono strutture generalmente molto semplici con pavimento in grigliato o in cemento leggermente inclinato verso canaline di scolo presenti lungo i bordi. Possiedono un’apertura che dà accesso ad un parchetto esterno. Si preferisce non utilizzare la lettiera perché lo struzzo è un animale molto curioso e ingerisce “a vista”. Potrebbe quindi ingerire quantità anche elevate di lettiera con ripercussioni negative sullo stato sanitario.
I pulcini possono essere tenuti al chiuso per 4 settimane ma, quando le condizioni climatiche lo permettono, si preferisce tenerli al chiuso per sole 2 settimane lasciando poi libero accesso al parchetto esterno sul terreno e tenendoli al chiuso solo di notte.
Modalità di allevamento dei pulcini
Quando vengono allevati al chiuso, la temperatura sotto le madri artificiali sarà: 30° C alla prima settimana, 28 alla seconda, 26 alla terza, 24 alla quarta.
La densità di allevamento sarà di 10 pulcini/m negli spazi chiusi e 4 pulcini/m² in quelli aperti durante le prime 2 settimane per poi scendere 5 pulcini m² negli spazi chiusi e 2 pulcini/m² in quelli aperti dopo le due settimane.
Il pavimento della pulcinaia potrà essere ricoperto da uno strato di gomma, purchè non troppo scivoloso. Le mangiatoie e gli abbeveratoi vanno collocati nella parte coperta della pulcinaia.
L’allevamento dopo la pulcinaia
Le fasi di allevamento successive alla pulcinaia si svolgono all’aperto, su terreno, in aree recintate di forma rettangolare. Le recinzioni sono molto semplicemente costituite da pali di legno che supportano una rete metallica. I pali devono essere collocati in modo da sporgere all’esterno dell’area di allevamento. Gli struzzi, infatti, passano parte del loro tempo correndo ad ali spiegate lungo il perimetro dei recinti e la presenza di eventuali sporgenze potrebbe arrecare danni fisici. Le reti non devono toccare il terreno ma devono distanziarsene di almeno 30 – 40 cm (in funzione delle dimensioni degli animali) in modo da fornire una via di fuga a chi gestisce gli struzzi. Mangiatoie e abbeveratoi vanno collocati sotto una tettoia lungo uno dei lati del recinto. Tra recinti contigui bisogna prevedere corridoi di servizio.
Densità di allevamento
Fino all’età di 60 giorni, la densità sarà di 2 pulcini per metro quadro. Successivamente, la densità va aumentata in funzione dell’aumento in peso dell’animale fino a raggiungere, nella fase di finissaggio i 20 metri quadri per animale.
Purtroppo, non sempre questi suggerimenti vengono accolti dagli allevatori.
L’allevamento dei riproduttori
I riproduttori possono essere allevati in:
•Coppia
•Tris (1 maschio e 2 femmine)
•Gruppo (2 maschi e 3 femmine o 3 maschi e 5 femmine).
Il tris rappresenta il giusto compromesso tra benessere animale e produttività.
L’allevatore individua nel gruppo di animali all’ingrasso i soggetti che, per conformazione, presentano le caratteristiche ideali ed inizia a sostituire i tris per dare in modo alle femmine di familiarizzare e quindi per ridurre la competitività al raggiungimento della maturità sessuale.
I recinti di allevamento hanno le stesse caratteristiche di quelli per l’ingrasso. Per un tris necessita un recinto 30 x 70 m (ogni adulto ha bisogno di 500 – 600 m²). Le recinzioni devono essere alte almeno 2 metri.
Produzione delle uova
•Maturità sessuale: 3 anni nelle femmine, 4 nei maschi in genere testimoniata dalla comparsa di una striatura rosso-arancio nella parte dorsale degli arti inferiori.
•Durata deposizione: 30 – 35 settimane (da marzo a settembre).
•Formazione dell’uovo: 48 ore circa.
•Numero uova deposte: da 30 a 50.
•La deposizione avviene in fosse scavate nel terreno profonde 30 cm e larghe 2 m e collocate in vicinanza del perimetro del recinto (in genere più o meno alla metà di un lato).
•Durante la deposizione gli animali diventano molto aggressivi ed il recupero delle uova può essere difficoltoso.
•L’incubazione dura 41 – 42 gg.
Produzione delle uova
Un uovo di struzzo pesa mediamente 1.2 – 1.4 kg ma può oscillare tra 1.0 e 2.1 kg.
Il diametro maggiore è 16 cm, il minore 12.
Il guscio è spesso da 1.65 a 2.15 mm.
Le uova vengono raccolte quotidianamente e trasportate all’incubatoio (t 36 – 36.5 °C, UR 25 – 35 % durante l’incubazione, 50 – 55 % nella fase di schiusa).Da notare la bassa percentuale di umidità utilizzata durante il periodo di incubazione. Ciò viene fatto perché data la dimensione dei pori potrebbe penetrare troppa umidità nell’uovo.
Nell’uovo di struzzo non sono ben distinguibili i poli e l’individuazione della camera d’aria viene effettuata tramite speratura a 48 h o dopo 7 – 8 gg in modo da posizionarle correttamente nella camera di incubazione.
Vitalità dei pulcini
La selezione dei pulcini da destinare all’allevamento viene effettuata in base alla vitalità mostrata alla schiusa.
I pulcini migliori sono quelli che rompono da soli il guscio. Ci sono poi quelli che beccano il guscio ma non riescono ad uscire dall’uovo. Sono in genere da scartare quei pulcini che hanno bisogno di aiuto per rompere il guscio, in quanto risultano molto spesso anormali o sotto peso.
In ogni caso la mortalità fino allo svezzamento è piuttosto elevata: dal 30 al 50 % da 1 g fino a 3 mesi.
Successivamente si riduce a 8 – 10 % da 3 a 6 mesi e al 2 – 3 % da 6 mesi alla macellazione.
Una buona femmina produce 25 piccoli vivi e vitali a 4 – 5 mesi di età.
LE NORME CHE REGOLANO L’ALLEVAMENTO DI STRUZZI
rag. Patrizia Montermini
1.Inviare comunicazione al Sindaco di inizio attività ai sensi dell'articolo 216 TULL.SS. Trascorsi 20 giorni dalla data di invio, qualora nessun confinante si fosse opposto a questa nuova attività, si può procedere all'organizzazione dell'allevamento.
2.Redarre una relazione tecnica contenente le caratteristiche dell'attività: allevamento a ciclo completo oppure finalizzato al solo ingrasso; definizione della superficie aziendale interessata; numero ed ampiezza dei recinti; ecc.
3.Predisporre certificato di destinazione urbanistica della zona di insediamento dell'attività (PRG).
4.Nel caso di inizio di attività di incubazione è necessario un certificato di agibilità o licenza d'uso dei locali utilizzati per lo stoccaggio e disinfezione delle uova, l'incubazione e la schiusa. Anche per gli struzzi è applicabile la legge 356 del 13 maggio 1966 che istituisce presso il Ministero dell'Agricoltura un registro nazionale delle imprese produttrici di uova da cova o di pulcini. Tali disposizioni non si applicano agli incubatoi la cui capacità totale di incubazione, al netto della schiusa, sia inferiore alle 1000 uova.
5.Dichiarazione delle modalità di prelievo dell'acqua potabile: pozzo con conta litri installato o pubblico acquedotto. Nel caso di utilizzo di acqua di pozzo è necessario allegare anche un certificato di analisi delle acque per la potabilità.
6.Pagamento dei diritti sanitari: normalmente Lire 100.000-
N.B. Purtroppo non tutti i comuni applicano queste disposizioni, capita spesso che vi siano amministrazioni comunali molto più restrittive che richiedono innumerevoli ulteriori formalità come ad esempio progetti edilizi per recinti e tettoie, distanze minime di centinaia di metri da corsi d'acqua e/o strade, ecc. Occorre pertanto di volta in volta accertarsi per prima cosa delle richieste del comune competente per territorio della zona ove si intende installare l'allevamento per evitare brutte sorprese quando magari si sono già acquistati gli animali.
LIQUAMI
Anche gli struzzi come tutti le altre specie animali producono feci ed urine.
Il problema dei liquami nel caso dell'allevamento dello struzzo è facilmente evitabile strutturando i recinti con le misure consigliate per il rispetto del benessere animale che però nel contempo garantisce anche una ripartizione dei capi sul territorio in misura proporzionata a quanto previsto dalla legge Merli (2,5 t peso vivo di bestiame per ettaro di terreno utilizzato per gli allevamenti avi-cunicoli, 3,5t per allevamenti di suini e vitelli a carne bianca, 4t di peso vivo per gli altri tipi animali).
Problemi possono sorgere per le pulcinaie. Normalmente la parte coperta utilizzata per il ricovero notturno presenta un fondo in cemento sul quale si depositano le feci e che richiede frequenti lavaggi per garantire l'igiene di tali locali. Per legge l'acqua sporca derivante da tali operazioni deve essere raccolta in tre grandi vasche di cemento per la decantazione e maturazione prima di essere asportata con grandi cisterne mobili ed opportunamente sparsa su terreni agricoli. Per evitare tale operazione si può prevedere l'utilizzo, quale fondo per il riposo notturno, di trucioli o paglia che vengono periodicamente sostituiti.
OBBLIGHI FISCALI
Ogni azienda deve poi essere regolarmente iscritta presso il Ministero delle Finanze richiedendo l'attribuzione della partita IVA con codice attività “allevamento di animali per l'alimentazione umana”.
Occorre anche procedere all'iscrizione presso la Camera di Commercio come attività agricola. E' capitato in passato che alcuni uffici non riconoscessero l'attività di allevamento dello struzzo come attività agricola, il problema è stato risolto dimostrando che l'allevamento dello struzzo è impossibile senza l'uso del terreno e che gli struzzi sono animali erbivori che vengono alimentati con foraggi di produzione aziendale.
OBBLIGHI CONTRIBUTIVI
L'allevatore di struzzi deve anche procedere all'iscrizione presso l'INPS come coltivatore diretto. Per legge è “imprenditore agricolo” colui che dedicata la maggior parte della propria attività lavorativa ad un'attività agricola e che ricava la maggior parte del suo reddito da tale attività.
Per quanto riguarda il tempo necessario per accudire gli struzzi l'AVAS ha elaborato una tabella dimostrante le ORE lavoro necessarie per un allevamento composto da una famiglia di struzzi. Tale tabella è già stata recepita da alcuni uffici provinciali ed è reperibile sul sito AVAS oppure è possibile richiederla a mezzo posta.
NORMATIVE SANITARIE
Non esistono norme specifiche per gli struzzi. Non esiste alcun obbligo di vaccinazioni se non in Toscana per una recente diffusione di peste aviare.
La maggior parte delle patologie dello struzzo deriva da inadeguate condizioni di allevamento. Maggiore è il tentativo di intensificare l'allevamento, riducendo gli spazi e forzando l'alimentazione, maggiori sono le patologie batteriche e protozoarie di insorgenza secondaria.
Gli struzzi, per la loro propria conformazione, hanno necessità di vivere in ampi spazi aperti, sopravvivono ben difficilmente negli spazi ristretti e chiusi.
Dove puoi trovare gli struzzi
Salento Struzzi di Scupola Rosanna Allevamento di struzzi. Acquarica del capo (Lecce)
Coluccia Rita Allevamento di struzzi ed altri animali a Ortelle (Lecce)
Allevamento struzzispongano LE (Lecce)