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L’Alt dei tre consiglieri

Creato il 17 ottobre 2012 da Nonzittitelarte

L’Alt dei tre consiglieri«Quella nomina dev’essere revocata»

TEATRO LIRICO »IL CASO CRIVELLENTI
di Mauro Lissia 

CAGLIARI -  Sul caso Crivellenti il sindaco Massimo Zedda è chiuso all’angolo. Bocciata nella tarda serata di lunedì la proposta di approvare il contratto del sovrintendente, tre consiglieri d’amministrazione hanno chiesto che venisse fissata subito una nuova seduta con un solo punto all’ordine del giorno: la revoca in autotutela della nomina, se nomina c’è stata. Ma prima ancora che partisse la richiesta di rispedire a casa la candidata di Zedda, i «tre tenori» del cda – Oscar Serci, Felicetto Contu e Gualtiero Cualbu – hanno messo un grosso punto interrogativo sulla regolarità della seduta del primo ottobre, quella da cui il sindaco è uscito annunciando prematuramente la nomina anche alla stampa. E’ stato Serci ad accendere le polveri, denunciando come siano circolate sei versioni diverse dell’ultimo verbale. Contu e Cualbu l’hanno appoggiato, Zedda ha provato a proseguire con la votazione ma si è trovato di fronte a un muro: Cualbu ha spiegato di aver consultato i propri legali («non è stato rispettato lo statuto»), il sindaco è apparso comunque determinatissimo a non mollare. Il siluro finale è partito quando Zedda ha insistito sull’urgenza di approvare il verbale e passare al voto: «A questo punto – è intervenuto Serci – metto io a verbale qualcosa e lo faccio di mio pugno». L’aria si è fatta tesa, chiarissimo il messaggio di sfiducia contenuto nella decisione del consigliere che rappresenta il ministero dei Beni culturali: «Considerate tutte le varie bozze di verbale relative alla seduta del primo ottobre – ha scritto Serci – predisposte e distribuite artatamente a tutti i consiglieri e diffuse anche su internet, poi l’ulteriore copia consegnata oggi, senza voler entrare per ora nel merito del contenuto, chiedo formalmente che prima di proseguire su qualunque punto il collegio dei revisori si esprima formalmente in merito alla legittimità dell’eventuale nomina del sovrintendente». I revisori dei conti comunque non si sono espressi. Ma il seguito dell’annotazione è ancora più significativo: «Ora il Cda – ha scritto Serci – deve rivedere in regime di autotutela quanto eventualmente deliberato il primo ottobre scorso e deve tempestivamente e senza indugio seguito alla procedura avviata ed indetta con la manifestazione di interesse per l’individuazione del sovrintendente del 4 giugno 2012, l’unica legittima e valida fino ad oggi». Parole chiarissime: una presa di distanze totale e definitiva, con avviso di sfratto per la Crivellenti. Subito dopo, con Zedda che ribadiva la necessità di andare al voto, è partito il missile di Contu («chiedo la revoca»), subito appoggiato dagli altri due. Maurizio Porcelli, il consigliere che con una manovra da pattuglia acrobatica era saltato dal Pdl alla maggioranza capeggiata dal sindaco, è tornato sui propri passi: quando Serci, Contu e Cualbu hanno lasciato la sala riunioni ha riflettuto qualche minuto e infine si è accodato a passo svelto, annunciando ai sindacati che non avrebbe «rilasciato dichiarazioni». Nessuno peraltro gliene aveva chiesto. Vicino a un Zedda costernato sono rimasti soltanto il fido Cincotti e Arru, che dopo aver promosso il ritorno di Mauro Meli ha dato l’assenso anche per la Crivellenti. Ma non è stata la mancanza del numero legale a bloccare la nomina, quanto le dichiarazioni a verbale dei consiglieri: se Zedda fosse andato avanti si sarebbe esposto a conseguenze legali inevitabili. Le altre letture dei fatti fanno parte del folclore che circonda una vicenda altrimenti serissima, che avrà ripercussioni sullo scenario politico cittadino. Imbarazzante la serata trascorsa dalla Crivellenti: chiusa nell’ufficio della sovrintendenza insieme all’addetto stampa di Zedda, ha aspettato invano di essere chiamata a firmare il contratto. Attorno alle 23 è arrivato un sms in cui qualcuno (Zedda?) le ha suggerito di prendere la via di casa. Già pochi minuti dopo i dipendenti del teatro lirico erano in festa, ma non è detto che la vicenda sia chiusa qui. Zedda è politicamente isolato, abbandonato al proprio destino anche da Cappellacci che con lui aveva raggiunto un accordo sulle nomine al parco del Molentargius. Nessuno avrebbe potuto prevedere una sollevazione così compatta in via Sant’Alenixedda, quella del governatore è stata una scelta comprensibile. Ma incassata la seconda figuraccia da quando fa il sindaco – la prima è stata la silenziosa retromarcia sulla delibera per Tuvixeddu – cosa farà adesso Zedda, rimasto col classico cerino in mano? A ricordare un caso analogo – Cappellacci che prova a sistemare un esperto in portinerie d’albergo a capo della Carbosulcis – la soluzione potrebbe essere il proverbiale passo indietro, magari pilotato, della diretta interessata: per il bene del teatro e della musica rinuncio all’incarico o qualcosa del genere. A quel punto il sindaco potrebbe finalmente prendere in mano l’elenco dei candidati e scegliere qualcuno che conosca davvero il mestiere.

Fonte: La Nuova Sardegna 17 ottobre 2012

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