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L’altra città

Creato il 18 luglio 2012 da Lucastro79 @LucaCastrogiova

Proposte per una città migliore

L’altra cittàOggi il bellimbusto pubblica l’articolo di un lettore, con grande felicità aggiungerei, sia perchè condivido in pieno l’opinione espressa, e sia perchè sono felice di poter dare, nel piccolo, a chiunque la possibilità di esprimere opinioni ed avanzare proposte costruttive, con il fine supremo di una rinascita della nostra città.

Licata, ma tutta la Sicilia, vive probabilmente il suo peggior momento, la storia sta dimostrando che la politica, in questi decenni, è stato solo uno strumento di arricchimento personale, oltre alla “sistemazione” di amici e parenti, generando un sistema di favoritismo e clientelismo che ha dato ricchezza a pochi e indebitamento alla collettività, è giunto forse il momento in cui la cittadinanza attiva si riappropri di quanto è stato tolto, controllando gli amministratori affinchè svolgano la funzione per cui sono stati chiamati.

Di seguito l’articolo del lettore

L’altra città…

Quando si trascorrono dei mesi fuori dal proprio villaggio, è inevitabile che al ritorno, con i primi contatti, qualcuno si prenderà la briga di raccontarti tutte le novità. Positive, negative, ma soprattutto quelle bizzarre.

Così dopo aver saputo tutto su quelle negative, come arresti per spaccio, concussione, ecc., che poi dovrebbero essere casomai cose positive, vengo a conoscenza che nella cittadina c’è una nuova tendenza… quella di andare in bici.

Nuova per Licata, dico io. Infatti culturalmente questa tendenza fino a prima era relegata a pochissimi, considerati dai più: sfigati, spatentati o schetti,( dato che in bici è più difficile portare lo zito o la zita, e in non rari casi tutti e tre le cose insieme.

Come tutte le mode anche questa risente dell’influsso estetico, quindi si vedono bici nuove di zecca, eleganti e sgargianti.
Purtroppo essendo anch’io un verace utilizzatore della bicicletta come veicolo a risparmio e antidoto per lo stress da auto, conosco bene i limiti ciclistici delle nostre città siciliane, e immaginavo questi nuovi sprovveduti avventurieri nelle più pericolose strade urbane e ancor più in quelle extraurbane. Dati i confini esplosi della città non è più facile individuare le aree di transizione tra la città e la campagna e non si ha la percezione dei pericoli passando dall’una all’altra.

Le nostre città, seppur dotate di nuovi strumenti urbanistici, non sono mai state pensate per l’utilizzo di un veicolo così semplice come la bicicletta e in molti casi neanche per le nostre passeggiate.
E’ evidente che ritornare all’aria aperta,per trovarsi immersi nella natura scegliendo di prendere la bicicletta come mezzo sano e pulito, può risultare altro che vitale.
La scelta del cammino quindi deve essere in buona parte politica e morale per un territorio alla portata di tutti e non esclusivamente delle auto. Tutto ciò richiede impegno e lunghe pedalate perché la strada è in salita.

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