L'altra gazzetta

Lo dico, e lo ridico: a Fidenza non c'è dialettica politica. L'atmosfera è avvelenata da contrasti, anche personali, aperti o sottaciuti, da sentimenti di rancore e di vendetta, dalla senzazione di una generale immaturità politica che si coniuga con la retorica dell'intransigenza dove l'elemento costante è l'uso di argomenti atti a schiacciare l'avversario, a delegittimarlo, a infangarlo e infine annientarlo.
Tutto al contrario di quanto dovrebbe avvenire in una moderna democrazia dove si acquista credibilità e consenso quando le decisioni sono il frutto di un processo deliberativo aperto, pienamente in grado di coinvolgere, senza confusione dei ruoli, anche l'opposizione.
In realtà il combinato disposto tra la sinistra postcomunista e la sinistra postdemocristiana, che oggi, con qualche mal di pancia, governa Fidenza, è uno strutturato sistema di potere, in continuità con vecchie rendite di posizione, politiche, sociali, economiche e culturali.
In questo contesto l'opposizione ha spazi di manovra strettissimi e quasi sempre altro non può fare che contestare radicalmente l'operato della maggioranza mettendone in chiaro errori e dissapori, dove il tutto si riduce al <<credere>> o al <<non credere>> e la tentazione ricorrente è di fare a meno della politica e rivolgersi all'avvocato.
Detto questo, esistono questioni che vanno oltre la normale amministrazione del quotidiano, sulle quali maggioranza e opposizione possono insieme dialettisticamente convergere e confrontarsi, penso ad esempio al “che fare” dopo l'uscita dalla Unione Terre Verdiane...http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane