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L'altro mare / Il gioco delle parti / Spazio Arte 2

Creato il 10 gennaio 2013 da Marianna06

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 Musica jazz, paesaggi marini,  passione amorosa, piacere sensuale, ambiguità disperante, ecco le connotazioni che esplodono in un sapiente gioco di colori “liquidi” e “aggressivi” nella  rassegna di opere pittoriche dell’artista  catalano Joseph Segui Rico in mostra, in questi giorni,  alla Mediatheque di Chatelallion, località di mare distante alcuni chilometri  dalla più nota cittadina di La Rochelle, nella Francia atlantica.

E’ un appuntamento assolutamente da non perdere  in quanto tutta la pittura, e questa in particolare, nata  osservando albe e tramonti sull’Atlantico è un’autentica  “forza d’urto” per provare a leggere per gradi  la personalità poliedrica del maestro Segui.

Il suo messaggio esistenziale, infatti, ha una valenza universale pari ( e non è azzardato l’accostamento) a quella stessa  che è stata la “parola” poetica di Costantino Kavafis,il famoso poeta greco-egiziano con il quale il “nostro” condivide le comuni radici e cioè la “grecità” delle origini .

La carica espressiva del colore di Segui per certi aspetti è paragonabile ad una composizione sinfonica in cui l’alternarsi dei differenti movimenti consente armonicamente la realizzazione dell’opera compiuta.

E’ una pittura, quella di Joseph Segui, che nasce da colori puri, primari e secondari, abilmente trattati,che egli accorda così come lo strumentista esperto fa con il suo strumento.

E ciò che colpisce l’occhio dell’osservatore,attraverso il colore, è sopratutto l’emozione.

Emozione che analizzata  lucidamente in seguito consente di cogliere la notevole ricchezza di richiami culturali del personalissimo bagaglio dell’artista.

Contraddittorio solo in apparenza, Joseph Segui  dialoga con l’altro da lui, attraverso le sue tele, con l’intenzionalità di strappare con forza l’invisibile” al visibile  in una ricerca di senso che non si appaga mai perché i “suoi” colori sono, ribadisco, come il verso di Kavafis appunto,  parole di sempre.

   (m.m.)

   INTERRUZIONE

"L'opera degli dei l'interrompiamo noi,/creature dell'attimo smaniose e ignare, noi./In mezzo ad alte fiamme e cupe fumate,/nelle regge di Eleusi e di Ftia/Demetra e Teti opere grandi avviano./Ma dalle regie stanze, sconvolta, scarmigliate / le chiome,Metanira balza sempre, e sgomento /sempre s'avanza Peleo, col suo stolto intervento."  (C.Kavafis)

  

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   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

  

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Chatelallion /MEDIATHEQUE  


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