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Chi è altruista vivrebbe di più. A decretarlo, uno studio condotto di recente da un gruppo di ricercatori americani, pubblicato sulla rivista “Health Psychology”, che ha esaminato i dati provenienti dal Wisconsin Longitudinal Study. Ma attenzione, vale solo per chi è realmente mosso da un sentimento sincero. L’altruismo, dunque, quello vero, sarebbe la chiave per vivere più a lungo confermando l’idea che prendersi cura degli altri, fa bene anche a se stessi. Ma se la disponibilità e la generosità sono solo un’operazione di facciata o un mezzo per avere qualcosa in cambio, l’effetto non è quello sperato, e lo stesso principio vale anche per chi offre il proprio aiuto per soddisfare soltanto il proprio ego. Il Wisconsin Longitudinal Study, ha monitorato un campione causale di oltre 10 mila studenti dal momento in cui sono laureati, men 1957, sino ad oggi. Il 51,6% era costituito da donne, la cui età media complessiva era di 69 anni nel 2008. Gli studiosi, hanno poi esaminato le condizioni di salute dei partecipanti, lo status socio-economico, lo stato civile e i diversi fattori di rischio per la salute come il peso o l’indice di massa corporea. Arrivati al 1980 gli autori dello studio, hanno verificato se i soggetti svolgere una qualche forma di attività di volontariato o a sfondo sociale, Nel 1992 hanno analizzato nuovamente lo stato genereale di salute, per appurare nel 2008 quanti dei partecipanti fossero ancora in vita. I dati raccolti nel corso dello studio, così, hanno dimostrato come a distanza di 4 anni, dei 2.384 partecipanti che non prestava opera di voltanariato, fosse deceduto il 4,3%. Una percentuale molto simile si è riscontrata anche nel gruppo dedito al volontariato, ma per motivi di soddisfazione personale. Chi, invece, si dedicava agli altri con intenti sinceri, era deceduto solo dell’1,6%, dunque, quasi la metà rispetto agli altri gruppi.