La "bestemmia in diretta" (contenuta in uno dei tanti sms in sovrimpressione durante il solito spettacolo-veglione di Rai Uno) è un dettaglio incidentale, anche abbastanza comico, nel quadro dell'orrenda abitudine di ospitare, in trasmissioni di ogni ordine e grado, frattaglie di vox populi che hanno la sola funzione di incrementare il traffico (a pagamento) di messaggini di vario calibro e formato; magari con il pretesto finto-simpatico di "far partecipare la gente".
Ma la gente, se è nel suo nome così spesso usurpato che si aprono le porte del video, sta seguendo uno spettacolo e magari non ha particolare urgenza di sapere che "zia Pina saluta Manolo e Sabrina", oppure che "Vanessa augura un felice 2016 alla nonna". Sono zia Pina e Vanessa le vere nemiche della "gente": si impongono, non richieste, alla moltitudine degli spettatori carpendo per pochi secondi qualche centimetro di video, per poi sparire nel nulla dal quale sono scaturite. È una caciara neanche allegra, una sequenza di spintoni per farsi largo tra i tantissimi che di farsi largo non hanno necessità. Forse il solo sistema per boicottare questa detestabile mania è far passare il concetto che le poche centinaia che riescono a intrufolarsi sul video con i loro messaggini sono una casta.
Michele Serra
Fatta salva la qualità abituale dell'ironia di Michele Serra, diciamo che né la Rai, né Michele Serra, né il Dipollina di Repubblica (solitamente ben informato sui "new media") sono riusciti a prendere in mano la mitica "calcolatricie del cinese" da due euri, per verificare se il "business" dei messaggini sia davvero "worthwile", sia per chi li ospita (la RAI), sia per chi li "traffica" (le varie società telefoniche).
Cosa ci guadagna, la RAI, a mandare per tutta la sera il fastidiosissimo ed inutilissimo banner, che scorre alla velocità della luce, e che ci comunica, per l'appunto, che la zia Pina saluta Sabrina? In una trasmissione che - a detta dei conduttori - sarebbe stata seguita da 70 milioni di spettatori in tutto il mondo (ma c'è la macchinetta dell'Auditel anche in Mali e Patagonia?), alla Rai sono orgogliosissimi perchè sarebbero stati inviati ben 150.000 messaggini. Anche Dipollina riprende su Repubblica questo dato come fantastico, in termini di fatturato aggiuntivo...
Bene! sollecitati in continuazione dalla Rai, in 150.000 hanno mandato il loro fondamentale sms a zia Cesira. Il banner era solo un fastidio grafico per milioni di persone, e scorreva così rapido che persino il bravo e stanco addetto al filtraggio delle cretinate ha lasciato passare, fra le maglie della rete, una bella bestemmia in diretta. Niente di grave. Capita, a chi è costretto dal sciur parun a fare controlli qualitativi impossibili da fare. E ora ad essere sospeso non sarà il direttore della Rai o detta rete, ma questo povero impiegato di 42° categoria.
A Dipollina e alla dirigenza della RAI chiederei se si sono presi la briga di calcolare quale sia stato l'introito aggiuntivo "da sms". Se non vado errato la trasmissione di un sms costa circa 10 centesimi. La veicolazione di 150.000 sms produce un incasso al lordo di IVA di 15.000 euro. Al netto di Iva un incasso inferiore a 12.000 euri, da dividere fra RAI e gli operatori telefonici.
Insomma, non siamo alla "diversificazione" del business, ma siamo all'accattonaggio molesto. E la vergogna vera consiste non già nella bestemmia sfuggita, o nel minuto di fantozziano anticipo nel chiudere questo ignobile 2015 (fosse dipeso da me, lo avrei chiuso con dieci mesi di anticipo), ma nel fatto che i magnifici nuovi dirigenti RAI di nomina renziana non siano stati in grado di fare una semplicissima valutazione (alla portata di qualsiasi studente della CEPU) sul rapporto fra benefici economici (?) e abbassamento della qualità della trasmissione, già non elevatissima.
Per abbassare la qualità della trasmissione erano già più che sufficienti l'urlante Amadeus (ma perchè urlava come un cronista brasiliano di calcio, pur essendo microfonato???) e tale Rocco Papaleo del quale anno dopo anno cerco di capire la grandezza, senza mai arrivare alla soluzione dell'interrogativo.
Ben altra qualità, e nessuna spesa per l'ingaggio di "divi", nell'ormai irrinunciabile "Blobbone" di fine anno su Rai Tre.
Aridatece Guglielmi!
Tafanus