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L'Amanita - C'era una volta un funghetto...

Creato il 09 luglio 2015 da Loredana Gasparri
L'Amanita - C'era una volta un funghetto...Sottotitolo: pensieri sparsi dell'AmanitaEra un fungo grazioso, aveva un'allegra testa rossa e bianca.Era giocherellone e gioioso, cantava tutto il giorno motivetti buffi ed un po' irriverenti.Ed era letale.Come ogni favola c'è una morale: la bellezza ha un prezzo; oppure: l'apparenza inganna. Sollecitata dalla lettura della Fiorio... a proposito, devo rileggerlo con calma: l'ho scelto per farmi compagnia nella sala d'attesa del dentista, merita una lettura più rilassata. La Fiorio prende in giro principi e principesse; con tutta la mia approvazione, sia chiaro: lo faccio anch'io! Dicevo. Ho tirato giù dagli scaffali un paio di vecchi libri per ritrovare le favole della mia infanzia. Più o meno le stesse versioni citate in quel libro dalla copertina che mi ha letteralmente fulminato (non che madre natura, di suo...). Una considerazione: sono una donna fortunata. Prima di arrivare alle elementari - il millennio scorso, quando i giapponesi restavano in Giappone e Disney non era ancora così invadente - genitori e parenti vari mi raccontarono "le favole della buonanotte". Qualcuno lesse, qualcun altro raccontò... Cogliete la sottigliezza, vero? Nel racconto possiamo variare qualche dettaglio. Volutamente o no. Mi pare di aver letto che anche gli stessi Grimm pubblicarono diverse versioni delle loro  favole. Questa sottigliezza apre un mondo, già. Ora che le rileggo, ritrovo quel mondo.Le trame più o meno semplici e i personaggi appena abbozzati mi permettevano di entrare nella storia e completarla a modo mio. Potevo variare qualche dettaglio. Potevo scegliere un personaggio e farlo pensare e parlare come volevo. Potevo perfino cambiare il finale. Di solito quelli che mi erano antipatici facevano una gran brutta fine.Però la lezione della favola non cambiava.  Questo perché la favola non era puro intrattenimento; aveva lo scopo di divertire, insegnare, stimolare. Vero che il modello femminile proposto spesso lascia un po' a desiderare. Vero anche che in illo tempore <<il campionario della carriera femminile>> era decisamente limitato: le donne hanno sempre avuto poca scelta. Ma poi arrivano le spore - soprattutto dopo essermi sorbita commenti (e pure qualche pettegolezzo, lo ammetto) di parecchi conoscenti e gli echi di svariate repliche di Forum con oche starnazzanti per "assegni-divorzili-alimenti-figli-come-arme-letali". Possibile che nel subconscio femminile siamo rimaste ferme a Biancaneve, Cenerentola &C?Possibile che una donna debba ancora affidare la propria realizzazione al cromosoma y? Va bene. Il mio "al rogo, al rogo" diventa una canzoncina (mi pare legata al mondo scout, ma non sono sicura):"sono un fungo, uacciuuàvelenoso, uacciuà..."...e se si parla di funghi, qui mi ci infilo proprio. Io li adoro cucinati in ogni modo, anche se poi devo farmi ricoverare se esagero...tuttavia, i funghi sono un mondo a parte che ho scoperto da poco. Senza dubbio leggerò il fungone, sospinta anche dall'azione della Libridinosa e delle sue compagne, che si aggiunge a quella di Marzia e alla mia spiccata preferenza per i funghi di per sè. Anche le favole mi sono sempre piaciute, tant'è che le ho persino studiate all'Università. Il primo corso del primo anno che mi trovai a frequentare fu proprio un lungo excursus nelle radici storiche delle principali fiabe e favole conosciute, quelle dei Grimm, che scoprii sotto tutt'altra luce, molto più vicina a quella dell'incipit del post, con la figuretta simpatica del fungo rosso e bianco e letale. La bellezza spesso uccide. O lascia profonde cicatrici tragiche. Sono importanti le favole...non edulcorate alla Disney, però. Il messaggio si perde, sotto lo zucchero e l'indottrinamento secondo una certa logica. Il modello femminile presentato è spesso quello della regina silente, praticamente sbiadita, o della principessa in difficoltà, che ha bisogno di essere tirata fuori dai guai. Non sempre, fortunatamente...e qui penso a certe fiabe russe, in cui una giovanissima e biondissima Vassilissa, sparuto scricciolo di nemmeno quindici anni, riesce ad ammansire e a mettere nel sacco la feroce Baba Yaga, simbolo dei poteri femminili oscuri, lasciati liberi di fare il male. Fiabe poco conosciute, in verità...la ragazzina protagonista non si fa mangiare o mettere nel sacco, per cui mal si addice ad una società avvezza a vederla tremante e piangente in un angolo, piuttosto che tremante di coraggio davanti ad un mostro pronto a divorarla al minimo respiro sbagliato. Ho appena letto un libro in cui le donne prendono in mano il proprio coraggio e ci mettono tutte le loro risorse per uscire dai guai che creano, oppure rincarano la dose per arrivare ad un vero e proprio punto di rottura, anch'esso espressione di un loro potere personale, per quanto volto verso il male. Per rispondere alla domanda di Marzia, no, non penso che tutte le donne si accontentino del cromosoma y per la loro realizzazione...faticosamente, una dopo l'altra, si stanno rendendo conto che cambiare non è male, e che riserva altre sorprese e altre risorse.
L'Amanita e Loregasp

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