La signora dei funeraliMadeleine Wickham (alias S. Kinsella)
Una truffa. In tutti i sensi. Dalla trama (la storia di una truffatrice), alla lettrice (che si sente truffata). Be’, i conti tornano ;-) Conoscevo la Kinsella per la fama dei vari “I Love shopping”, libri che ho manipolato spesso in libreria e ho lasciato là: non mi parlavano. I libri tacevano, alla faccia dei commenti positivi di conoscenti che adorano lo shopping ed i personaggi “sclerati e scleranti”. La scorsa estate mi è preso il raptus dei titoli cimiteriali. A ben pensarci, il cimitero è un giardino un po’ sui generis ed io non so resistere ad un titolo con “giardino e annessi”. Qualora non si fosse capito è un messaggio subliminale: volete regalarmi un libro? Sapete cosa scegliere! Comunque mi sono detta: e proviamo a leggere la tipa. Mi piaceva l’idea della furbetta che miete le sue vittime ai funerali e sceglie ricchi vedovi. Una sola lettura, pure veloce, per concludere: una pseudo-intellettuale fintamente disimpegnata, che poi è davvero disimpegnata e dice poco. Vero che anche nei libri di zia Jane, gira e rigira, una questione fondamentale è il “vil denaro”, ma mi aspettavo una sottile ironia feroce e mordace, almeno un vago ricordo di Oscar Wilde… e ho concluso con un sonoro ECHEPPALLE! (chiedo scusa per il turpiloquio, ma un’amica romana direbbe: quanno ce vò, ce vò!)
Piccola spora velenosa: a proposito di zia Jane, cosa potevo aspettarmi da una scrittrice che si chiama come l’antagonista di Darcy?
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