Il mago Sabbiolino E. T. A. Hoffmann
A volte i miei raptus musicali mi giocano scherzi sgraditi. Tempo fa la radio ha trasmesso una musica nota; sapevo di averla già sentita, non erano sonorità barocche quindi ho dovuto stare attenta fino alla fine per ascoltare titolo e compositore. “Coppelia”, balletto di Delibes, tratto da un racconto di Hoffmann. Ah già, il tipo che si innamora di una fanciulla misteriosa, che alla fine si rivela un sofisticatissimo orologio/automa, follia e morte tragica del baldo eroe… Poi Neurino-mio si sveglia (rimanere a dormire, no, eh?): guarda che nel doppiofondo della libreria dovresti avere una copia dei “Racconti”. Ebbene sì. Comprai il libro per colpa di Gaiman. So che suona assurdo, ma il titolo è tradotto anche “il mago della sabbia”… e mi ricorda “The Sandman”. A volte sono un po’ tortuosa! Ricordavo bene la trama. Perfetta per il teatro: avevo apprezzato il balletto. Purtroppo lo scritto è tutta un’altra cosa. Lo stile narrativo fastidioso fa passar la voglia di leggere altri racconti, la cui trama – stando all’enciclopedia – sarebbe interessante. Pesante, esagerato, esasperato. Avrei preso a schiaffi Natanaele. Svegliati, idiota! Passi la fantasia sfrenata del bambino, ma sei decisamente cresciuto.
Con questo non voglio dire che un adulto non debba sognare, immaginare, lasciar volare la fantasia. Caspita, è la più grande ricchezza che abbiamo (e lo dico sottovoce: immaginare è ancora gratis ed esentasse…), ma essere adulto, secondo me, significa imparare a svegliarsi senza “cadere dal letto”!
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