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L'Amanita#42 - Ragazze di campagna

Creato il 08 luglio 2014 da Loredana Gasparri
L'Amanita#42 - Ragazze di campagnaRagazze di campagna Edna O’Brien
La timida e romantica Caithleen sogna l’amore, mentre la sua amica Baba, sfrontata e disinibita, è ansiosa di vivere liberamente ogni esperienza che la vita può regalare a una giovane donna. Quando l’orizzonte del loro piccolo villaggio, nella cattolicissima (qua interviene l’amanita: non credevo, ma sono <<messe peggio>> della mia bisnonna) Irlanda si fa troppo angusto, decidono di lasciare il collegio di suore (l’amanita sta cominciando a cantare “Al rogo, al rogo) in cui vivono per scappare nella grande città. E qua vai coi violini (piccolo consiglio per l’ascolto, se Bach e Vivaldi non sono nelle vostre corde e Paganini vi tedia, c’è il concerto per violino e orchestra di Mendelssohn) ed i fazzoletti.
L'Amanita#42 - Ragazze di campagnaFuori violini&fazzoletti e vai con le spore! Primo: è una trilogia.Secondo: mai farsi abbindolare dalle frasi di critici entusiasti sulla quarta di copertina ed ovunque ci sia spazio. Terzo: vero che a caval donato non si guarda in bocca. Ma che palle! Non che sia scritto male, ma oltre a sembrare uno dei racconti di nonna-bis (da parte di padre, veneta, vide le due grandi guerre e tutti i cambiamenti storico-culturali dell’epoca) e quindi un déjà-vu infinito, è riuscito ad irritarmi. Avrei picchiato la protagonista e l’unica nota positiva è la morte della pseudo amica. Ah, per non parlare dell’ineffabile <<Mr. Gentleman>>, soprannome per un tizio francese che ha scatenato le sfere rotanti ad ogni comparsa. Forse avrei dovuto leggerlo una quarantina d’anni fa, al posto di Balzac. Credo l’avrei apprezzato. Del resto, in illo tempore apprezzai perfino Pollyanna. Specifico: ero forse nei paraggi della seconda elementare, tra Eugenia Grandet e Pollyanna la scelta anglofona era quasi ovvia… Evidentemente certe predisposizioni si manifestano precocemente, parlavo a malapena italiano, figuriamoci se avevo una vaga idea della struttura di altre lingue.
Cati, per favore, non regalarmi il seguito: non ce la posso fare

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