Jojo Moyes
Mi appello al primo emendamento dei lettori furiosi - e se non esiste, lo pubblico io adesso:
Il lettore furioso (ma anche quello non furioso) ha il diritto sacrosanto, insindacabile ed inviolabile di leggere ciò che vuole, quando vuole, dove e come vuole.Ergo, stando a questo principio, posso scegliere di evitare tutti i libri che trattano di argomenti che non gradisco.
Un esempio? L'anno scorso ho rifiutato "Colpa delle stelle", libro amato da molti furiosi e di cui ho letto e sentito parecchi apprezzamenti, perché parla di adolescenti e malati incurabili.
Ho scoperto di essere allergica ai bambini ed agli adolescenti e c'è già abbastanza malattia nella mia vita; almeno nei libri voglio gente sana e magari il caro vecchio "...e vissero felici e contenti", che piace molto allo zio Bilbo Baggins.
Sulla quarta di copertina, bello in fuxia, spicca sul nero: "Che libro meraviglioso, intenso, commovente! L'ho adorato." Sophie Kinsella.
E se lo dice lei, non va bene a me, che ho piantato il primo Ilovecc proprio all'inizio e mi ritengo bidonata da "La signora dei funerali".
O i libri di cui perfino io capto una pubblicità televisiva: se mi becco una <<pubblicità da pranzo&TG>>, significa che il martellamento copre tutte le ore. E di solito non è cosa buona.
Questi principi si sono scontrati con la saggezza popolare: a caval donato, non si guarda in bocca.
A strìgne - come direbbe la mia socia virtuale romana de Roma - me lo hanno regalato per Natale.
Va be', comincio a leggere. Se proprio non lo reggo, chiudo e regalo.
A ventisei anni Louisa Clark sa tante cose. Sa esattamente quanti passi ci sono tra la fermata dell'autobus e casa sua. Sa che le piace fare la cameriera in un locale senza troppe pretese nella piccola località turistica dove è nata e da cui non si è mai mossa, e probabilmente, nel profondo del suo cuore, sa anche di non essere davvero innamorata di Patrick, il ragazzo con cui è fidanzata da quasi sette anni. Quello che invece ignora è che sta per perdere il lavoro e che, per la prima volta, tutte le sue certezze saranno messe in discussione. A trentacinque anni Will Traynor sa che il terribile incidente di cui è rimasto vittima e che l'ha inchiodato su una sedia a rotelle gli ha tolto la voglia di vivere. Sa che niente può più essere come prima e sa esattamente come porre fine a questa sofferenza. Quello che invece ignora è che Lou sta per irrompere prepotentemente nella sua vita portando con sé un'esplosione di giovinezza, stravaganza e abiti variopinti. Nessuno dei due, comunque, sa che la propria vita sta per cambiare per sempre.
Sono riuscita a leggerlo fino alla fine senza troppe difficoltà. C'è qualche melensaggine, ma è tollerabile. Non mi scandalizza la decisione di Will, che sceglie l'eutanasia, ma c'è qualcosa nei protagonisti, una specie di forzatura, che mi ha lasciato perplessa.
Non è comunque un libro che sceglierei di comprare.Mi è rimasta una curiosità: adesso vorrei leggere qualcos'altro della Moyes, qualcosa di "sano", perché forse sa scrivere...