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L'Amanita#67 - L’Amanita profana le Ombre di Pemberley…

Creato il 17 febbraio 2016 da Loredana Gasparri
L'Amanita
L'Amanita#67 - L’Amanita profana le Ombre di Pemberley……e così facendo, chiude un cerchio. Ci sarà ben un piccolo spazio a Pemberley per un funghetto, no?

Sono proprio una sistematica senza speranza; vi ricordo che sono partita da un post di Cristina di Athenae Noctua su Wilde.

Appunto, andiamo con ordine.

Natale ha qualche vantaggio, ammettiamolo: un’anima pia mi ha regalato un libro particolarmente gradito.

Niente di trascendentale, “soltanto” l’edizione integrale di “Una donna di classe” di Georgette Heyer, un libro letto lo scorso millennio in versione ridotta.


L'Amanita#67 - L’Amanita profana le Ombre di Pemberley…
Apro una parentesi.

Ho imparato ad apprezzare questa scrittrice: al di là del pretesto rosa, lo studio accurato dell’epoca Regency, i bei personaggi femminili non sdolcinati ed una garbata ironia rendono i suoi libri molto gradevoli. Scritti nel ‘900, hanno il pregio di chiarire a noi “posteri” quei dettagli dati per scontati e che zia Jane omette (per esempio alcuni descrivono minuziosamente la figura del “dandy”, l’elegantone di fine ‘700, forse imitatore di Lord Brummel, e mi hanno fatto pensare a Wilde). 

Ho scoperto recentemente che la maggior parte dei volumi tradotti lo scorso millennio ha subito tagli vergognosi; come la serie Urania: non era un problema di argomenti scabrosi, un libro doveva rientrare in quel formato, echissenefrega del contenuto. Parentesi chiusa.


Così, immersa in quell’epoca, dovevo tornare alla “fonte”; anche se la figura del beau imperversa in “Ragione e sentimento” (alquanto ridicolizzata), ho scelto P&P per spolverare anche la trilogia di Pamela Aidan, il diario di Darcy di Amanda Grange e Morte a Pemberley di P.D. James.

Una vera immersione!

Le tre scrittrici si compensano.

La Aidan è prolissa e mielosa: il suo Darcy è esageratamente “elucubroso” e Georgiana, anche se concordo sul fatto che l’incidente con Wickham possa portare ad una maturazione e mi incuriosisce il graduale cambiamento del rapporto tra fratello e sorella in crescita, a volte è stucchevole. Confermo quanto scritto nell’altro post del 2014, ma avrei voluto un diverso tentativo di riempire il periodo di Darcy non descritto da zia Jane. Quella gita presso amici con intermezzo pseudo-gotico è decisamente fuori posto e di troppo, ma apprezzo davvero lo sforzo di costruire un mondo attorno a Darcy; continuo ad adorare il valletto che cita il Bardo e l’amico Dyfed.

La Grange ci offre un Darcy più equilibrato. La storia inizia circa un mese prima, con il tentativo di Wickham di rovinare Georgiana: Darcy è già “avvelenato” quando va a Netherfield con Bingley. In questa versione è il colonnello Fitzwilliam a rimproverare il cugino, in modo molto più plausibile, subito dopo il “fattaccio” a Rosings: <<Soltanto quello che un uomo ragionevole le avrebbe detto?>> ha chiesto, sorpreso, <<Darcy, non è da te, non puoi aver gestito così male la situazione. Insulti una donna e poi ti aspetti che voglia sposarti?>>. Sarà anche vero che Darcy ha poche amicizie ben selezionate, ma il diario non va oltre i personaggi di P.&P. e la stessa Georgiana appare poco, in modo simmetrico al romanzo della Austen. Senza contare che proprio non riesco a pensare al nostro “eroe” alle prese con un diario.

Non ho ancora capito perché far assassinare il capitano Denny (o qualcun altro) a Pemberley, ma P.D. James scrive gialli, quindi doveva “ficcare” quel piccolo dettaglio sconveniente per offrirci la sua versione del libro così amato. Ho apprezzato i rapporti familiari Darcy-Bennet-Bingley e la spiegazione del legame tra Wickham e Mrs. Younge.

Piccola nota “pettegola”.

Interessante la figura di Anne de Bourgh. Per la Aidan è consapevole di non avere molte prospettive, scrive poesie per lasciare qualcosa di sé ai posteri; molto più simpatica nel diario della Grange: lontana dalla madre, sta decisamente meglio, tanto da sposare il colonnello Fitzwilliam e “detronizzare” lady Catherine, mandata nella casa vedovile.

P.D. James… e lo domandate pure? La fa morire prima ancora di iniziare la storia vera e propria!

Bene, dopo tanta fatica, mi premio con Orgoglio e Pregiudizio in versione integrale e un film. Come, “quale?” Ma Pride and Prejudice del 2005, con M. Macfadyen nei panni di Darcy!


Visto?

A modo mio e al contrario, ho chiuso un percorso: dal dandy della Reggenza a Wilde, l’ultimo dandy della Decadenza…

Ora posso finalmente dedicare tutta la mia attenzione al distillato di Stevenson. 

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