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L’amante giapponese, di Isabel Allende

Creato il 07 dicembre 2015 da Annare

allendeNota per le sue incredibili storie familiari Isabel Allende corteggia i suoi lettori presentando un libro dai sapori nostalgici. Pur rimanendo fedele al suo stile, i suoi romanzi assomigliano a un quadro, dove le pennellate si fondono e catturano presente e passato riuscendo a incuriosire e portando sempre quel vento di stranezza che tanto amiamo, ne L’amante giapponese qualcosa non funziona.

La vecchiaia si presenta inesorabile, e con lei i ricordi, la famiglia, le occasioni mancate e le paure, ma la sensazione è quel troppo, troppa sfiga, scusate il francesismo; ma se da un lato scopriamo i campi di concentramento americani per i giapponesi, dopo l’attacco a Pearl Harbor, le grande battaglie di quell’epoca vengono appena sfiorate: omosessualità, AIDS, differenze di classe, razzismo.

Alma è un’anziana signora, la sua ricchezza le ha permesso una vita agiata dedicata all’arte e allo studio, incapace di grandi battaglie e consapevole di non avere il coraggio di rinunciare al suo benessere, la donna racconta, tramite le ricerche del nipote e della giovane badante Irina, la sua vita, e soprattutto il suo grande amore Ichimei.

In realtà solo le sue paure le hanno impedito di vivere l’amore per il giovane giapponese alla luce del sole, perché non ha mai avuto il coraggio di svelare al mondo questa passione. Irina, altra protagonista del romanzo, è una giovane donna terrorizzata dal mondo.

A mio parere, il personaggio di Irina davvero non funziona, troppo tragico, troppo contorto, troppo fortunato alla fine del romanzo. Insomma, troppo fiabesco, inoltre nel romanzo mancano quei momenti new age , dove fantasmi, carte e incontri spirituali diventano colonne portanti delle storie dell’Allende.

Infine, i dialoghi. Chi conosce i romanzi dell’Allende sa bene che spesso i dialoghi sono assenti, le storie vengono narrate in maniera fluida senza dare spazio a chiacchiere. L’amante giapponese, invece, presenta dei dialoghi talmente legnosi da apparire artificiosi e non fanno onore al talento dell’autrice.

Se amate follemente l’Allende potreste rimanere delusi, perché questo romanzo non è allo stesso livello dei suoi grandi lavori del passato.

L’amate giapponese, Isabel Allende, 2015, Feltrinelli, Euro 18,00


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