Magazine Diario personale

L’amica Verdurina

Creato il 16 luglio 2015 da Povna @povna

Mentre era al nord la ‘povna – tra una festa di compleanno di Spersa e uno spettacolo teatrale di Thelma (senza dimenticare il nuoto e il bel gatto Semolino, peraltro) – ha avuto l’occasione anche di rivedere l’amica di Thelma, Verdurina. Costei, ex-stagista della Web Agency qualche eone fa netto, lasciò poi quel lavoro per ritornare nella provincia nord da cui proveniva, pendolarmente, per realizzare il sogno di una vita, quello di lavorare da libraia.
Nel corso degli anni, la ‘povna di Verdurina aveva perso traccia: invitata doverosamente alle loro feste grandi, ci aveva scambiato saluti e qualche chiacchierata di prammatica, viziata dal fatto che, di fronte a loro amici del nord, chiunque, se non altro per reggere il confronto, appare in una luce migliore di quella che gli spetta, limitando a un numero fisiologico (visto che di fronte a loro c’è poco da millantare) la quantità di showing off che possa fare.
La rivede, invece, il pomeriggio di domenica. La ‘povna è appena tornata da nuoto, capelli bagnati, è impegnata a finire di leggere questo; Verdurina suona, si introduce, sta parlando al telefono. Saluta Thelma; continua a parlare per otto minuti netti. Poi, finisce, si gira e: “Ciao, scusami, non ti avevo visto!”. La ‘povna abbozza, fa per sorridere di rimando, ma Verdurina è inarrestabile: parla, parla, parla. Di un matrimonio cui non vuole andare, in Puglia; di un festival di teatro di strada, svizzerotto (ah, la provincia a nord di Milano, che si sente internazionale se parla ticinese, sono cose belle) cui vuole portare Thelma (“Ma veramente Thelma è nel paese-che-è-casa, quel giorno” – interloquisce la ‘povna; “Ah, ma è un peccato, io ci vado”); di un “jazzista così bravo che lo devi conoscere” (e poi seguita a chiamarlo per nome, che fa tanto chic). La ‘povna prova a introdursi di nuovo, domandando che musica faccia, ma Verdurina non ha tempo di ascoltarla, è troppo impegnata a chiamarlo per nome, e a sottolineare con una serie di aneddoti insignificanti il suo grado di confidenza con la grande star, con orgoglio provinciale.
La ‘povna sta già irritandosi. Per fortuna è tempo di andare verso il teatro, ché lo spettacolo è per la regia di Thelma, e bisogna andare ad allestirlo (Verdurina è scesa, del resto, apposta per vederlo).
“Mi porterò un libro, mentre aspetto”, dice la ‘povna, “e poi magari il kindle”.
Le orecchie della libraia, a quel punto, sono all’erta. “Che cosa leggi?”.
“Questo” – risponde la ‘povna indicando Barnes – “e poi la nuova traduzione integrale di Kitty Foyle, che mi incuriosisce molto; e poi sto finendo Hilton”.
La nebbia che scende sulla faccia di Verdurina riflette quella del cervello. Nessuno dei titoli che la ‘povna cita è in grado di accendere un lume, è evidente. E questa le dà noia, e parecchio. Va contro la sua indole di collezionista cheap di cose celebri, innanzi tutto, e poi mette in discussione la sua vocazione di libraia. Decide così di appuntarsi dove può, e il “può” è il libro elettronico.
“Ah, leggi sul kindle?”.
“Anche”.
“Io proprio non ce la faccio, sai per gli occhi”.
“Ma non è retro-illuminato, non fa riflesso”.
Verdurina è perplessa – che non abbia mai preso in mano un e-reader, è abbastanza evidente. “No, ma io dico perché è scritto piccolo”.
“Beh, ma la misura dei caratteri si sceglie: io per esempio li tengo più grandi della media di stampa”. La ‘povna fa seguire alle parole la dimostrazione, aprendo contemporaneamente Goodbye, Mr. Chips e Kitty Foyle di Morley.
Verdurina è spiazzata, e si rifugia nel luogo comune di chiunque non sappia più che dire. “La verità è che io sono drogata di pagine, e devo tenere in mano il piacere della carta. Leggere su e-book, per me, è come non leggere”.
La ‘povna non ha voglia di polemizzare, anche se inizia a ricordarsi perché Verdurina non le è mai stata troppo simpatica, per rispetto a Thelma: “Beh, sì, sono scelte. Io leggo su entrambi, senza differenze, ma quando vado al lavoro avere la borsa un po’ più leggera è cosa splendida”.
Verdurina si attacca come murena: “Ma tu fai leggere, a scuola, anche su libro elettronico?”.
“Eh, abbastanza” – sorriso della ‘povna – “a parte ogni considerazione sul prezzo, e sui repertori online come Liber Liber e Gutenberg, con gli e-book la possibilità di far leggere è aumentata esponenzialmente”.
“Come mai?”.
“Perché i ragazzi sono connessi al mondo con un unico device, il cellulare: e, almeno all’inizio, dar loro la possibilità di mettere anche la lettura nello stesso posto elettronico è impagabile; poi, piano piano, arriva il resto”.
La ‘povna spera di avere chiuso la questione: per davvero, non ha voglia. Thelma d’altra parte è pronta, ci si può avviare all’auto.
E’ invece a questo punto che Verdurina, dal nulla, esplode tutta la sua arroganza: “Ah, ma io nella mia libreria ai bambini insegno a leggere dalla carta. Evidentemente sono più brava!”.


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