L’amore ai tempi del Solera: Bacardi compie 150 anni

Da Davideciaccia @FailCaffe
Nessuno potrà mai dimenticarlo. Il rum come l’amore, non si scorda mai. Salute di Luana_Lagiak

Il 2012 non smette di sorprenderci. La fine del mondo, i 50 anni dei Beatles e dei Rolling Stone, Jimi Hendrix che avrebbe spento 70 candeline, un Ferragosto passato a casa di Elvis, e un altro grande evento da festeggiare con scene apocalittiche: la bevanda che probabilmente ha accomunato e ispirato la musica di tutti questi artisti (e anche molti di noi), il Bacardi rum, compie un secolo e mezzo. 

Color caramello e odore che t’allarga i pori della pelle, il rum è buono da solo o in compagnia! Superior, Oro, Reserva, Black, 8, Solera, 101 e 151, i caraibi riescono a soddisfare tutti, dai palati meno esperti a quelli sopraffini.

Il rum è un pò come il primo amore, non si scorda mai. Ti stordisce, rincoglionisce, ti fa stare male, leccare l’ultima goccia dal lato del bicchiere, vomitare e girare la testa. Il Bacardi e l’amore hanno tanto in comune, sono entrambi distillati di qualcosa: il rum di canna, l’amore di condanna.

La fabbricazione poi, segue esattamente i passi evolutivi delle storie
Prima fase: Canna da zucchero. I germogli di canna da zucchero vengono piantati nel terreno più adatto alla specie. Gli sguardi, il corteggiamento, il vedo non vedo e dico non dico. Si, sognando, potrebbe attecchire e dare buoni frutti, ma per la buona riuscita del prodotto bisogna sempre stare attenti al tipo di terreno in cui la canna viene piantata.

Seconda fase: Fermentazione. La procedura consiste nell’aggiungere al succo del lievito. Si sa, dopo la prima fase di corteggiamento e sguardi sfuggenti, le piccole attenzioni non bastano più. «E fammelo un regalino!». E’ il momento in cui ci vuole la sostanza! Pompiamolo!

Terza fase: Distillazione. Dopo l’infatuazione iniziale, la piantagione del terreno fertile e il rigonfiamento della situazione con contorni vari ed eventuali, arriva il momento di distillare. Tirare le somme, dopo i primi mesi, significa scindere le cose belle dalle cose brutte, gli amici simpatici e quelli sconvenienti, i tornaconti e le situazioni perse, l’acqua dall’alcol, gli aromi che si desidera ottenere (o continuare a tenere).

Quarta fase: Invecchiamento. A conti fatti e animi in pace (o quasi), ecco superate le fasi di costruzione, è arrivato il momento di ibernarsi in una botte e rimanerci a stagionare per anni. Il rum, appena distillato, somiglia all’acqua, è bianco e trasparente, e all’apparenza ancora così giovane e fresco. La voglia di andare a convivere, realizzare un’unione forte e che odora di famiglia, avere la certezza di qualcuno che ti scaldi quando hai i piedi freddi e le camicie stirate nell’armadio ogni mattina. L’invecchiamento darà il sapore alla coppia, ma la stagionatura avviene in lunghi anni e terremoti, crolli o ristrutturazioni potrebbero disturbare il riposo della botte. Il processo di invecchiamento consente ad ogni distillato di realizzare un futuro diverso, spesso obbligando il produttore a rabboccare le botti con altro distillato della stessa partita, per ravvivare e soddisfare le mancanze perse lentamente negli anni. Ma che succede in quella botte? Influenze di incontri fugaci con terze persone, le cotte prese sui banchi dell’università, o ancor peggio sopra (o sotto) le scrivanie di lavoro, sveltine da una botta e via, e nel caso peggiore il pensiero che ti attraversa, anche solo per un secondo, di un futuro in una “botte diversa”. Il rum imputtanato da follia, pianti disperati, gesti estremi e saluti nelle stazioni prenderà il nome di Blended.

Ultima fase: Miscelazione. Quando l’orologetto da cucina suonerà il fatidico e assordante “driiin” il rum pisolone aprirà gli occhi e comincerà a guardare la nuova realtà che lo circonda. L’addetto alla miscelazione, chiamato Destino, avrà ora l’arduo compito di miscelare le diverse annate, diverse botti e diverse gradazione, analizzare tutto ciò che è successo negli anni, tirare le somme, guardarsi allo specchio e vedersi cambiato pensando ad un’unica ambizione: ottenere il gusto desiderato.

Via, si parte per il viaggio diretto al consumatore, e la destinazione sarà diversa per ogni botte. Una goccia di Reserva finirà nello stomaco del vecchio signore al bar dell’ospedale dopo il decesso dell’amore di una vita, una di Black si accoccolerà nel palato del giovane fanciullo che, grazie a quella gocciolina, troverà il coraggio di baciare l’amore che lo accompagna dalle elementari, un’altra ancora finirà a consolidare un’amicizia del sabato sera ed una goccia di Oro incollerà le labbra di due sposi al taglio della torta.
La goccia, come l’amore, pervaderà il corpo e farà i conti con chi dovrà smaltirlo: cuore, fegato e cervello. Nessuno può scampare al regime dell’ amorum, e dopo averne abusato, c’è chi cambierà e non lo berrà mai più, chi resterà fedele alla linea, chi ne avrà solo un ricordo lontano, ma da star certi c’è che nessuno potrà mai dimenticarlo. Ve l’avevo già detto, il rum come l’amore, non si scorda mai. Salute!


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