3 marzo 2015 Lascia un commento
Percio’ i media si fiondano come iene su un cadavere e la carcassa poco a poco diviene quella del marito, in breve condannato dalla piazza ad essere colpevole, una massa pericolosa senza piu’ forconi e torce ma cellulari e televisore. Ad un certo punto pero’ tutto cambia e la vicenda assumera’ contorni davvero inaspettati.
Fincher e’ una garanzia, sempre, comunque, ovunque. Fincher mi ha regalato "Fight Club" percio’, non smettero’ mai di dirlo, sara’ sempre e per sempre nel cuore e nell’anima. Debito a parte e’ senza alcun dubbio uno dei registi piu’ creativi e rivoluzionari di Hollywood, uno che quando vuole, si muove come si muovono i migliori effetti speciali, quelli dei quali non ti accorgi.
E’ che si resta fiato sospeso per tutto il tempo, senza pensare a piani sequenze, montaggio e tecnicismi di alcun tipo, poi finisce lo show e rifletti a mente fredda che gran pezzo di cinema hai visto e che regista strepitoso egli sia. Il thriller e’ il suo genere, le svolte repentine il suo cliché piu’ riuscito, riuscito per davvero. Testo di Gillian Flynn, sua anche lo sceneggiatura, spara bordate micidiali contro i media scandalistici che fanno il loro lurido mestiere, offrire il pastone quotidiano a minus habens col quale riempiono il vuoto delle loro misere vite. Non di meno v’e’ un attacco frontale all’orrore di una civilta’ che s’e’ inventata parole come femminicidio e degradanti quote rosa, per sanare disparita’ e creare eccezioni che a nulla servono se non dare un titolo sui giornali ad immancabili miracolate della politica e dei tribunali, tragedie giuridiche che mettono nelle mani di scaltre delinquenti la vita di uomini e bambini.
Cio’ vale per donne, minoranze e minorati e qualcuno dovrebbe pure offendersi di stare in mezzo a questi gruppi.
Di contro il maschio caucasico adulto non ha alcuna tutela di fronte alla legge che ormai nulla a che fare con la Giustizia e all’opinione pubblica incapace di concepire l’idea del beneficio del dubbio.
Fincher con questi temi ci va a nozze, ci si diverte pure e noi con lui. Con una punta d’incazzo s’intende.
Grande cinema che si esalta anche nei suoi protagonisti. Vale l’ennesimo bravi tutti, esponenziale per Affleck e la Pike. Quest’ultima candidata praticamente ad ogni premio possibile, non si puo’ dire non li meriti.
Non posso sbilanciarmi troppo ma nelle tante anime della protagonista, c’e’ tutta la sua bravura.
Snobbato come sempre Affleck, troppo bello, troppo in forma sull’onda del contemporaneo Batman, troppo tutto per gli occhialuti e biliosi critici eletti del mondo unito. Prima o dopo imbrocchera’ il ruolo giusto, un minorato o malato di qualche tipo e dopo la regia sara’ suo anche l’Oscar di interprete principale. E mi darete ragione.
Grandissimo Fincher, grandissimo cinema.