Il giorno del quinto anniversario di nozze Amy Elliott-Dunne scompare. Le indagini per ritrovarla non portano a nulla e tutte le prove conducono all'ipotesi che il marito l'abbia uccisa: si tratta di un diabolico piano della donna per vendicarsi dell'uomo ma anche il piano più perfetto presenta degli imprevisti..
Dopo aver raccontato la violenza sulle donne portando sul grande schermo il romanzo di successo Millennium - Uomini che odiano le donne, David Fincher, racconta la capacità tutta femminile di manipolare, spingendosi ai limiti della follia; l'ispirazione nasce ancora da un romanzo di successo, scritto da Gillian Flynn che ha partecipato anche alla sceneggiatura del film.
La contestualizzazione contemporanea è perfetta: Nick e Amy sono una coppia bella, di successo, almeno fino alla crisi del 2009 che li costringe a trasferirsi da New York al Missouri, nella città di origine di Nick: mentre lui si trasforma in professore piacente che seduce le studentesse, Amy sente di sprecare la propria vita e inscena la propria morte per punire il marito fedifrago e colpevole di averle portato via i sogni. Una punizione ben oltre i limiti dell'autolesionismo visto che contempla anche l'idea del suicidio per fornire il cadavere che faccia condannare alla pena di morte il povero Nick. Questo nucleo centrale della pellicola mi ricorda un altro film, il celeberrimo Femmina Folle con Gene Tierney. Amy e Ellen Berent hanno molti tratti in comune a partire dalla possessività: prima ancora che Nick la tradisca, Amy si sente esclusa dalla ritrovata vita famigliare che Nick recupera nel Missouri (si erano trasferiti anche per curare la madre in stato terminale di Nick che ha pure una gemella a cui è fortemente legato). Le due protagoniste non temono il masochismo: la martellata di Amy sta alla caduta dalle scale di Ellen per procurarsi un aborto.
Purtroppo non siamo più nel melò (e nella società) degli anni '40 dove c'era una distinzione tra bene e male con conseguente punizione del secondo, oggi tutto è manipolato dalla televisione che punta il dito creando i colpevoli e assolvendoli dopo una confessione pubblica, che non deve neppure essere sincera ma solo confermare quanto sostenuto dai media. Se c'è una persona che capisce bene questi meccanismi è l'Amazing Amy messa sotto la luce dei riflettori dai genitori fin dalla culla: i due si sono arricchiti con una serie di romanzi ispirati alla vita della figlia e, per inciso, anche la protagonista di Femmina Folle era figlia di uno scrittore.
Così il film, con un triplo salto carpiato, si trasforma ancora una volta: dal giallo iniziale sulla ricerca di una donna scomparsa, passa a scavare nella verità di Amy che porta a un terrificante colpo di scena, infine L'amore bugiado rivela il proprio vero intento: la denuncia di una società drogata dai media dove conta solo apparire nel modo giusto.