Dopo il grande apprezzamento negli Stati Uniti e i molti rinvii nella distribuzione italiana, finalmente è arrivato anche da noi l’ultima opera del regista di “Fight club”.
Dal best seller omonimo di Gillian Flynn, anche autrice della sceneggiatura, David Fincher, continua il suo particolare percorso nella mente e nelle macchinazioni dei media, capaci di articolare storie non curandosi dei danni che possono provocare alle persone.
Il thriller vede protagonista Nick Dunne, un uomo che decide di tornare nella sua città natale per aprire un bar. Poco dopo, nel giorno del quinto anniversario del loro matrimonio, sua moglie scompare misteriosamente e Nick diventa il sospettato numero uno della sua sparizione.
“L’amore bugiardo – Gone Girl” è almeno due film mescolati alla perfezione. E’ in intreccio ben oliato di direzioni: lui, lei, i suoceri e i mezzi di comunicazione.
Il regista orchestra una spettacolare danza macabra, avvolta in una bianca nuvola di zucchero. Ci mostra un’ improbabile caccia all’uomo unita ad una veglia notturna in onore della povera scomparsa. Gioca con lo spettatore e non gli rende la comprensione facile: mostra dettagli improbabili, come un selfie inopportuno (una denuncia sociale aperta e accattivante) e un paio di slip rossi, il tutto per un fine ben preciso; sconvolgere chi guarda fino ad un inaspettato e impensabile finale dove tutto si rimescola e rende la verità di difficile accettazione. Il salto continuo tra piani temporali permette a Fincher di mostrarceli le varie fasi della loro storia insieme, rimuovendo di volta in volta l’inutile fino ad arrivare alla pura essenza dell’anima dei personaggi e delle loro storie.
Il film ha un grande pregio…quello di riuscire a far recitare bene anche l’inespressivo Ben Affleck. L’attore è per una volta perfetto nel ruolo del bamboccio americano che si ritrova in una situazione più grande di lui. La sua attitudine rilassata e passiva lo rende un anti-eroe atipico e eccezionalmente perfetto per il ruolo. Al suo fianco troviamo la fredda bellezza di Rosamund Pike, femme fatale che non starebbe assolutamente male in un film di Hitchcock e che qui ha la possibilità di giocare con un’ampia gamma di emozioni che gli consentono di elevare il suo personaggio al di sopra delle aspettative. Quindi: grazie alla prova attoriale di due star in stato di grazia, “L’amore bugiardo” riesce nel miracolo di raccontare il nostro presente, attraverso gli ingranaggi di un thriller che ci inganna, che cambia tono e pelle, al pari di un serpente.
In conclusione posso dire che il film ci conduce in un thriller teso che è anche “gioco” di specchi deformanti dove tutto è vero ma anche il suo contrario. Dove un ‘espressione è un sorriso oppure l’attimo prima di una pugnalata al cuore.
Dopo “The Social Network” e la sua versione di “Uomini che odiano le donne”, David Fincher firma un altro grande, grande film che sicuramente rispecchia uno dei apici più alti della sua intera filmografia.
Vi lascio con questi interrogativi. Conosciamo davvero chi ci sta accanto? Che cos’è la verità? Ne esiste una sola oppure può essere plasmata?
Riflettete e guardatevi da chi vi sta vicino…
FABIO BUCCOLINI