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Girato interamente a New York, “L’amore corto” si presenta come un prodotto ben confezionato con tutti i normali difetti di un’opera prima. La regista ed ideatrice del cortometraggio, Valentina Vincenzini, fa emergere la sua particolare accuratezza nella fase di scrittura, rendendo il discorso meta-cinematografico leggero e fruibile anche per i non addetti ai lavori. E i temi che escono fuori sono molteplici, su tutti: l’italianità vissuta a New York, città divenuta forte elemento di giunzione con la cultura americana; la difficoltà tangibile per i giovani e per il cinema indipendente in generale ad esprimersi al di fuori del formato del cortometraggio, rendendo quasi impossibile l’approdare al lungometraggio.
In base a queste considerazioni, abbiamo incontrato l’autrice Valentina Vincenzini che gentilmente ci ha concesso di rispondere alle nostre domande:
A.R. - Quanto è costato questo cortometraggio?-
V.V. – Circa 4.000 dollari. Abbiamo avuto qualche problema specialmente col passaggio del materiale, ma alla fine è andato tutto per il meglio-
A.R. – L’impressione è che la regia sappia tacere facendo emergere la fase di scrittura, torna alla memoria un po’ il primo Woody Allen?-
V.V. – Il richiamo ad Allen non è diretto, comunque io vengo fondamentalmente dal mondo della scrittura e della sceneggiatura, ragion per cui è stata oculata la scelta di evitare movimenti di macchina barocchi. L’intento era quello di parlare secondo i codici del meta-cinema, ma rendendolo leggero e divertente-
A.R. -L’intento è stato in buona parte rispettato. Tre tra i tuoi registi preferiti?-
V.V.- Domanda difficile! Allora direi Quentin Tarantino, David Lynch e Christopher Nolan-
A.R. – Tutti registi che in maniera differente fanno della fase di scrittura la parte più importante dei loro prodotti. In bocca al lupo per tutto-
V.V. –Crepi-.
Oltre ad invitarvi a vedere questo piccolo ma grazioso lavoro, ringraziamo Valentina per il tempo dedicatoci, e le auguriamo che il suo cortometraggio sia solo l’inizio di una carriera luminosa.
di Alberto Romagnoli
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