L’amore dura tre anni? Così sostiene con il titolo di questo film Frédéric Beigbeder, regista, sceneggiatore, nonché autore del libro da cui è tratto. Stessa cosa la sostiene Marc Marronnier, il personaggio protagonista della pellicola interpretato dall’emergente Gaspard Proust, che pubblica un libro così intitolato e subito viene bollato come misogino, anti-sentimentale, anti-matrimonio. Ma secondo me ha fatto una stima ancora generosa. Tre anni è un lasso di tempo bello lungo. Io direi che tre mesi spesso si rivelano già tanti. Troppi. Comunque è un bell’assunto di partenza per una commedia che si preannuncia sentimentale e in fondo, come prevedibile, lo è. Però è una di quelle commedie romantiche che possono piacere anche e probabilmente più a un pubblico maschile e si va quindi a inserire di diritto dentro quel filone che sta prendendo sempre più piede negli ultimi tempi, si vedano romcom macho o quasi come Qualcosa è cambiato, Molto incinta, 40 anni vergine, La ragazza del mio migliore amico, ecc ecc. Le donne hanno voluto la parità dei sessi? Nei film d’azione ci sono sempre più kick-ass girls? E allora gli uomini per ripicca si sono ritagliati il loro posto all’interno dei film sentimentali, dandone una propria lettura riveduta e corretta. E questa, per di più, ne è la versione francese.
"Ma dai, non è vero che assomiglio a Fabio De Luigi..."
Frédéric Beigbeder sembra una sorta di Fabio Volo sotto la Tour Eiffel. Lo so: al nome di Fabio Volo, il 90% (stima pure in questo caso generosa) della blogosfera storcerà il naso e scapperà a gambe levate. Il Fabio Volo cui mi riferisco in questo caso è però quello più cattivo e spassoso che si sente in radio, rispetto al suo alter-ego un po’ spento che mi è capitato di vedere su pellicola cinematografica. L’amore dura tre anni da un punto di vista filmico non è certo niente di memorabile, ma comunque siamo a livelli ben superiori rispetto agli sfortunati Voli filmici: la sceneggiatura è ben calibrata e il film sa divertire e intrattenere dall’inizio alla fine, seppure la pecca è quella di non avere grossi momenti davvero da pisciarsi sotto dalle risate o scenone memorabili. Interessante pure la colonna sonora, che passa con disinvoltura dai Prodigy a una lagna francese, una sorta di Baglioni transalpino. Rispetto alle tante romcom medie di produzione americana, riesce poi ad avere una sua dignità. Per fortuna, NON ci sono scene con animali. Non si sa bene perché, ma in qualunque commedia americana e non solo (vedasi la variante australiana Tre uomini e una pecora) ci deve essere almeno una (stima sempre generosa) scena con animali. E non fanno ridere. Sarà dai tempi di Tutti pazzi per Mary che non fanno ridere. Per il resto è una piacevole variazione francese orientata soprattutto sul versante maschile del solito modello di romcom tradizionale, quello portato a maturità dalla compianta Nora Ephron di Harry, ti presento Sally…"No, in effetti qui ricordi più Nicolas Vaporidis."
"Ah, grazie!"
"Non era un complimento..."