Magazine Diario personale

L'amore è insulso

Da Faustotazzi
L'amore è insulso
Mi sono svegliato felice, calmo e sereno, le ansie dei mesi passati sono ormai solo ricordi che rimangono a sbiadire, pensieri su cui elaboreremo un giorno, una domenica pomeriggio che fuori farà freddo e la casa sarà temporaneamente, eccezionalmente, vuota. La via nascosta per la felicità in realtà è sotto i notri occhi, il segreto è semplicissimo ed è dormire: una nottata di sonno per ritrovare la pace e l'equilibrio col mondo. 
La città formicolava la mattina presto, una pioggerellina leggera accompagnava i bambini a scuola e surrogava coi suoi fili sottili i coriandoli di carnevale, batteva un ritmo sopra gli ombrelli che spuntavano come tanti funghi colorati. Andavano a scuola in maschera quel giorno, i bambini, a festeggiare la morte di Inverno, perchè non facciamoci ingannare dalle storie che ci raccontano sui festini e sulle grandi abbuffate prima delle rinuncie della Quaresima e non facciamoci nemmeno fregare dalla storia dei travestimenti, dal rovesciamento dell'ordine costituito, delle maschere, degli scherzi in incognito, dei permessi a orgie di dissolutezza. Carnevale viene da molto più lontano, le sento ancora fortissime quelle nostre origini di uomini-scimmia che scesero dagli alberi e iniziarono - non si sa come ne' perchè - a coltivare erbe e a piantare semi. Carnevale è il funerale di Inverno, da li in poi la terra ricomincia a manifestare la sua energia, uomini e donne ancestrali coperti di peli  emergono come zombies, semisepolti dagli abissi della preistoria, dalle culle sporche e puzzolenti dove nacque la civiltà e fanno man bassa della moda depilata degli ultimi tempi. Poi Pasqua sarà la rinascita, lo spuntare dei germogli dalla terra, dopo Carnevale e dopo la stagione morta.
Questa pioggierellina innaffia semi che cominciano ad agitarsi sottopelle, cade sui i rami ancora provvisoriamente spogli, spruzza acqua fresca sul viso delle ninfe (e delle linfe) risvegliandole dolcemente. Cerco le gemme sugli alberi: stanno ancora nascoste appena sotto quella corteccia sottile,  ruvida e verde. Altre si preparano sotterra come gruppi partigiani, cellule rivoluzionarie da questo momento pronte a uscire in qualsiasi istante. Le vedo, le sento agitarsi persino sotto la pelle delle mie braccia.
Il traffico del mattino è come sempre intenso ma la mia fila sembra scorrere, fluire a strappi come  l'acqua dei torrenti di Lao Tse che passa, si ferma, si appiglia un attimo per poi ricominciare a scendere naturalmente verso valle, verso foce. Almeno, a me pare scorra; e se  non scorre sono io che paziente aspetto perchè so che, prima o dopo, scorrerà.
Questo è un racconto sentimentale e in quanto si presuppone racconti le cose dell'amore, nel prossimo magari scriverò di religione e di spiritualità però adesso  ci fermiamo qui: c'è la primavera  nell'aria e c'è questo amore come un filtro magico che dà forma a ogni sguardo, stende strati di veli su ogni  realtà fino al punto da diventare droga, farmaco, chimica artificiale, a illuderci che tutto abbia un senso. Persino i testi delle canzoni adesso pare siano stati tutti - passati, presenti e futuri - scritti apposta per noi. 

Che cos’ho? Ho dei tagli sul visoSi, ma io cos’ho, che se sanguino rido?E mi sciolgo un po': tanto non sento niente.Parlo con te sempre, anche se tu sei assente. (...) 
Io non ho l’obbedienza di chi è sparito già da un po’
Se dipingi un paradiso io lo distruggerò, così tanto per niente. (...)Parto da te per tornare a essere niente Finisco a te, sempre.
Che stupida illusione: in realtà - semplicemente -l'amore è insulso. Come i testi delle canzoni.


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