L’amore finisce su WhatsApp
Ormai le nostre giornate sono scandite dall’invenzione del secolo: WhatsApp e quei fantastici messaggi coi quali la gente ti assilla dal buongiorno alla buonanotte con tanti tvtttb, tat e, a quanto pare, anche nn ta +.
Il tutto condito dalle “faccine”, che, fino a quando si trattava di sms, se non altro incentivavano ad usare la punteggiatura, ma ora nemmeno questo: sono semplici surrogati di emozioni reali.
Quando WhatsApp non è il motivo del litigio, è lo strumento prescelto per dirsi addio.
E’ il fenomeno del “digital-dumping”, che tradotto in italiano significa “sono un ignobile codardo”: al primo ostacolo, si digitano due paroline e ci si ritrova single e pronti a farsi intortare ex novo su Facebook.
Per chi, poi, è pure un codardo poco fantasioso, online si trovano un sacco di frasi per “scaricare” già pronte: del resto se non vale la pena guardarsi negli occhi non vale nemmeno la pena sprecare qualche minuto a riflettere su cosa scrivere.
E così, da un giorno all’altro, rischiamo che 15 anni di fidanzamento finiscano con un: “6 davv una xsona unica e t auguro d tt cuore ke qlc riesca a sopportare qst tua unicità xké io nn ce la faccio”.
Ovviamente, il tatto è un optional.