Pamela Serafino:
Nata a Lecce dove tutt’ora vive e lavora. Ha conseguito una laurea in lettere e una in filosofia. Docente di materie letterarie nella scuola media, è pubblicista dal 2001. Ha pubblicato il saggio letterario linguistico Emigranti salentini si raccontano, Argo 2006; il saggio letterario Il tempo regressivo nei giovani di Tozzi nel collettaneo Le identità giovanili raccontate nella letteratura del Novecento, Manni 2006, ha tradotto dal francese il romanzo di Panait Istrati, Mediterraneo al calar del sole, Argo e , insieme all’editore, ha tradotto dal francese il manuale di letteratura araba, H. Toelle, K. Zakharia, Alla scoperta della letteratura araba dal VI sec. ai nostri giorni, Argo 2009. Ha pubblicato una raccolta di racconti minimalisti Balenii d’esistere, Edizioni l’uomo e il Mare 2004. Appassionata di letteratura, ha curato l’introduzione di numerosi libri di narrativa, collabora attivamente con l’associazione culturale di Lecce Mimose, con cui ha organizzato diversi eventi culturali, dalla presentazione di libri a mostre pittoriche. Ha collaborato e collabora con numerose riviste letterarie (Symbolon rivista universitaria, Il Corsivo, Espresso Sud, ecc) riviste on line (Corriere Salentino, Librieescrittori ecc) dedicandosi soprattutto alla recensione di libri. Da alcuni anni tiene corsi di scrittura creativa presso le scuole di ogni ordine e grado e per conto di associazioni culturali.
Il suo romanzo L’amore fuggitivo è stato pubblicato da Edizioni Progetto Cultura nella collana Le scommesse.
Sito della scrittrice: http://pamelaserafino.altervista.org/cp/index.php
Titolo: L’amore fuggitivoAutore: Pamela Serafino
Serie: #
Edito da: Edizioni Progetto cultura
Prezzo: 12,00€
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 140 p.
Voto:
Trama:
La fine della storia d’amore con Sara diventa per Antonio un’ossessione: ricercare la verità scavando nel profondo della sua anima. Ma, oltre la banalità del quotidiano, le verità sono inafferrabili… Forse, insieme all’amore di Sara, Antonio ha perso anche quello per la vita?
Un racconto che assume i caratteri del giallo, poiché di questo genere riprende la capacità di creare attesa nel lettore, un’aspettativa condotta con ritmi serrati, scanditi però non dalle azioni bensì da vincoli psicologici, da conflitti interiori, da un segreto rinchiuso nel passato che diviene, forse, impossibile svelare. Con uno stile elegante, ricco di immagini metaforiche, a volte vagamente surreali, la narrazione procede su piani temporali differenti, artifici letterari capaci di coinvolgere il lettore nella ricerca di indizi che conducano allo scioglimento finale.
Citazione: Sara è stata la mia volontà. Sin da quando l’ho incontrata la prima volta e ho deciso che saremmo stati insieme. Ed ho continuato a crederlo sempre, anche quando la sua volontà si è ridotta a un filo informe di azioni contrastanti. Anche quando ho capito che mi tradiva o che lo avrebbe fatto. Un tempo non mi sarei creduto capace di sopportarlo e forse è per fedeltà a questo antico pensiero che ho cercato di scoprire se l’aiutasse o se sarebbe stato capace di farlo: avrei avuto la mia scusa, per allontanarmi da lei, quando avessi perso ogni speranza di riaverla con me. Ma di speranza ne avevo ancora una: la possibilità che non fosse vero, Sara non mi tradiva, una lettera non era sufficiente a dimostrarlo.
Recensione: Si legge la quarta di copertina e ci si immagina di trovarsi di fronte ad una storia di un amore finito, con tutte le sue conseguenze. Si sa per certo che per il protagonista non sarà facile accettare quella conclusione e già ci si aspettano le dinamiche che verranno descritte nel romanzo. Eppure, una volta iniziato a leggere, ci si rende immediatamente conto che tutto ciò che si era dato per scontato in realtà è molto più complicato e più profondo di quanto si pensasse. Antonio non è un semplice uomo lasciato dal proprio amore; Antonio è un uomo che soffre non solo perchè la sua ragazza l’ha lasciatosuicidandosi, ma anche perchè Sara era scomparsa molto prima del suicidio, chiudendosi in se stessa e nella sua depressione…
E’ difficile star dietro al dolore di Antonio. E’ difficile sempre affrontare il dolore, anche se altrui, ma in questo caso la scrittrice non si limita ad una semplice descrizione esteriore ma parla di un malessere continuo, un’insoddisfazione perenne e una tristezza senza riposo che il lettore non può che sentirne su di sè il peso, non può che sperimentare un fastidiosissimo senso di pesantezza del vivere, non può che desiderare che quell’uomo trovi delle risposte che gli diano pace, una volta per tutte.
Non c’è serenità ma continuo e costante odio, rabbia, non accettazione e la Serafino è incredibilmente brava a trasmettere a noi lettori tutte le sensazioni del suo protagonista. Mi sono ritrovata a detestare Antonio, non tanto per quello che lui ha provato, quanto perchè mi ha fatto sentire come lui, mi ha fatto diventare lui per quelle poche ma intense pagine.
Una storia che fa male, che una volta conclusa ti auguri di non dover rileggere perchè non vuoi più provare nulla di tutto ciò che hai appena vissuto. Una storia scritta in maniera elegante, elevata e precisa, che non ti permette di esimerti dal complimentarti con l’autrice per la sua bravura.
(unico piccolo appunto da fare: perchè lo psicologo cambia nome da Luigi Mandurino a Roberto Mandurino?? possibile che nessuno se ne sia accorto o mi sono distratta io e si tratta di due persone diverse??).
Booktrailer: