“L’amore m’ha fatto fragile” è il bel titolo della seconda raccolta poetica di Stefania Battistella, giovane poetessa nata a Treviso e dal 2011 trasferitasi a Roma. Dicevo bel titolo e in qualche modo singolare dal momento che in genere si pensa che l’amore ci renda invece forti, invulnerabili io è così perché l’amore è più di un semplice sentimento,
è una forza interiore che permea l’intera vita, le dà un’energia vivificante e la rende capace di raggiungere le più alte vette e le profondità più misteriose dell’essere. Eppure è vero che, d’altra parte, l’amore ci rende fragili, nel senso di più sensibili, più permeabili a ciò che avviene intorno a noi e alle risonanze che questo accadere assume dentro di noi. Dunque ci rende prede di una vulnerabilità che nei poeti diviene capacità di lasciarsi penetrare dalle cose per meglio coglierne l’essenza, senza timore di restarne feriti perché se ferita c’è nel suo solco fiorisce bellezza. Proprio per questo Stefania Battistella va per la sua strada anche se la sua più che una ricerca del bello sembra una ricerca del vero che certamente in poesia non sono separati ma l’attenzione dell’autrice rivolta com’è alla “traduzione” di quanto il mondo le rimanda utilizza un verso che va diritto alla meta di ciò che ha colto la sua attenzione. Un verso che è un volo radente sulle cose che in sé r-accoglie perché nel suo “volo” poetico Stefania Battistella non sceglie, non seleziona, non fa, direi, una raccolta differenziata di ciò che la sua sensibilità le rimanda del mondo, ma assume su di sé la responsabilità piena del suo sentire e del conseguente scriverne. Tutti i poeti scrivono per un di più d’anima, per un sovraccarico di emozione, di sentimento dal quale cercano di stillare ciò che nella condensazione del verso ne dica ciò che di più prossimo alla verità possiede restituendolo alla sua libertà. “L’amore m’ha fatto fragile” è un libro diviso in due parti in cui, nella prima, la poetessa si rivolge a un tu che si intuisce amato e dunque è specchio all’io; nella seconda parte è l’io a prevalere, un io a cui, questa volta, fa da specchio il mondo con le sue contraddizioni, con le sue istanze che stridono con la visione del poeta e nelle quali questo io non si riconosce. La scrittura, dunque, e la scrittura poetica in particolare come la possibilità trovare ed esplorare la propria identità.
Solo bianco, solo nero
Consapevoli
di avere un tempo misurato
sull’esempio di tutto il resto dell’esistenza
come vivere
sapendo che il giorno della morte
è più o meno vicino
con contorni abbastanza definiti
così capisco i condannati a morte
che s’improvvisano credenti
così capisco chi, anche con famiglia
solo rimane, per essersi riscoperto vivo
così vedo il bianco e il nero
all’interno dello stesso quadro
senza sottrarmi al volere di qualcosa o qualcuno
che continua a imporre
solo bianco
solo nero
Margherita
Come quel fiore si chiude la notte
alcune mie bandiere scompaiono
in mancanza di luce.
Questo sembra bastare
a far tremare la terra
e così, naturalmente,
provvede a corazzarsi
quando il buio e l’oscurità
schizzano sull’erba
come mercurio sul marmo
seminando rocce anti missile.
Come fiori che nascono fra muri
quelle bandiere di pietra
non sventolano, né proteggono.
Ridotte a unico bersaglio
di umane oscurità
margherite che ormai
restano chiuse
anche di giorno
Primo d’Aprile
Tutti quei professori
qui presenti o altrove
dovrebbero insegnare vita
non solo parole vuote
sempre presenti all’appello
tutti quei genitori
qui presenti o altrove
dovrebbero essere accorti
essere più grandi dei figli
non muti pali della luce
o fili scoperti con pistole ad acqua
tutti quegli amici
qui presenti o altrove
quelli che fanno concorrenza ai fantasmi
forse addirittura più banali
della stupidità che portano in giro
sorrisi vuoti e finti presenti solo altrove
tutti quegli idioti
qui presenti o altrove
che si contentano del divulgato
la verità è palese
ma come ciò che sta sotto gli occhi
anche lei è ben nascosta
rendendo saggio ogni stupido dotato di bocca
tutte quelle credenze
mie, tue, loro, degli altri
che attingono sempre allo stesso pozzo
si fanno la guerra
perché hanno faccia diversa
ma stesso culo
tutte quelle persone che si arrabbiano
senza sapere fare altro
costituiscono un gruppo di emarginati
che prima o poi scoppierà
sporcando di verità tutto ciò che sta intorno
spero solo, lo spero davvero
che questo o quel che vuol essere sia:
scoppi in fretta e imbratti chi è solo carta bianca
scarabocchiata di primo d’Aprile
Poesie inedite
L’astensionista
responsabilità sospesa
in nome d’un vocabolario
fragore maligno
innescato dal caso e dal vento
disastro vestito di bianco
proprio per questo
estremista lurido e senza appartenenza
una paura profumata
rivelatasi assassina della giustizia
queste le debolezze
commesse da chi non ne ha diritto
né per incarico né per aspirazione
queste sono le colpe
di tutti gli astensionisti
regalando a correnti seconde
l’innesco della bomba
che costituiscono
Luce
un fiore che lascia i suoi petali
al pavimento
perché il corso della vita lo prevede
una donna che lascia il suo orgoglio
alla cenere
perché qualcuno lo prevede
un bambino che lascia la sua vita
alla polvere
perché un sistema lo prevede
l’umanità intera lascia gli occhi
dentro caverne di Platone
dove la luce è l’unica chiave
gettata via.
Stefania Battistella nasce nel 1989 in provincia di Treviso.
Ha pubblicato “briciole di pensieri e di velluto”, (AltroMondo editore, 2010).
Nel 2011 si trasferisce a Roma e nello stesso anno partecipa come ospite al Festival Internazionale Letterario Città di Sassari -Ottobre in Poesia-, con Jack Hirschman, Paul Polansky, Beppe Costa e altri, dove esegue dei readings poetici alla libreria Messaggerie Sarde e ai giardini pubblici.
Nello stesso anno, alcune sue poesie vengono pubblicate in “Acqua privata? No grazie!”, raccolta antologica di poesie e fotografie di autori nazionali e internazionali contro la privatizzazione dell’acqua e in difesa di un bene primario, a cura di Marco Cinque.
Nel 2012 e 2013 partecipa al “Nisan Festival”, che si svolge annualmente in Galilea, appuntamento in cui vengono invitati numerosi poeti da tutto il mondo.
È presente nel numero di luglio 2012 nella rivista Reti di Dedalus.
Sua ultima pubblicazione “L’amore m’ha fatto fragile”, Thauma Edizioni 2012.
Nel dicembre 2012 vince il Premio Internazionale Città di Ostia per la Poesia.
Nel 2013 diventa l’ottava poetessa per l’8 marzo (Anzio VI ed.).