Ammetto che ci sono stati dei giorni in cui mi sarebbe servito (avrei voluto) non essere sola perché era troppo difficile. Quando dopo il parto le cose si son complicate ed i medici mi hanno chiesto se qualcuno poteva decidere per me, che forse di lì a breve non ne sarei stata capace.Quando PdC a neanche un anno ha avuto il primo shock anafilattico, oppure quando mi sono ammalata e di anni lui non ne aveva nemmeno due e mi chiedevo cosa sarebbe successo, se non mi fosse stato dato tempo. Ma lì basta pensare ad una possibile soluzione. Decidete voi ho detto ai medici, che gli dovevo dire?E se ti ammali, combatti, se ti è dato farlo.
Ma al tempo stesso mi è mancato molto di più gioire con qualcuno. I primi dentini, le prime parole, i primi passi. La prima pagella, il primo gol ad allenamento (eh, sì, Ciccio nasce calciatore, prima che rugbista) i primi disegni.Essere la mamma di Francesco è sicuramente una tra le esperienze più emozionanti, intense, impegnative e forti della mia vita.Un dono incredibile, poter crescere con lui, sia quand'era piccolo e mi sembrava impossibile si staccasse da me. Ma anche oggi che si sta compiendo quella magia di trasformazione da figlio a persona.E' bellissimo vederlo diventare grande ed autonomo.Se devo essere onesta non credevo che sarei stata così serena di vederlo crescere. Pensavo che sarei stata in ansia, che non avrei accettato facilmente che non fosse più bambino, che l'avrei voluto più dipendente da me e più bisognoso, convinta che fosse quello essere MADRE.Invece sentirmi dire che al cinema ci va con gli amici e non con me.Sapere che si scambia sms con le ragazzine (ma mi racconta tutto, anche se con estremo pudore reciproco).Lasciare che si opponga e mi contesti, pur senza smettere di segnargli la via.Sono tutti momenti impagabili di questo percorso che ha fatto di me una donna migliore, una persona più attenta e consapevole. E' grazie a lui che sento più forte l'impulso di fare la mia parte nel costruire una società migliore. Con l'esempio, con le azioni, con le parole dette, ma anche quelle ascoltate e talvolta quelle taciute.Certo, la solitudine vissuta non è cancellata e mi (ci) rimarrà sempre dentro.Anche se sono sempre stata felice dei lavoretti portati a casa da scuola e dei regali che PdC mi ha fatto trovare per la festa della Mamma, grazie a qualche amico o alla nonna, che l'hanno accompagnato assecondando il suo desiderio di dirmi a modo suo "ti voglio bene".E sono anche venuta a patti col senso di colpa che provo per non avergli dato la famiglia che voleva (meritava) o che volevamo (meritavamo) entrambi.So che sto facendo un buon lavoro, non per falsa modestia, ma perché non smetto mai di mettermi in discussione e di ascoltare e di cercare di capire.Perché ci metto impegno e disciplina ed attingo a doti di pazienza che nemmeno io pensavo di poter avere. E perché alla base di tutto c'è l'amore che provo per lui.E l'amore che vorrei insegnargli.Il coraggio delle proprie azioni.La capacità di mettersi in gioco.La paura di sbagliare, ma la forza di riprovare.Il rispetto degli altri, ma anche di sé stesso.L'amore, infine, in qualsiasi sua forma.E per il quale vale la pena di lottare e di vivere.
Quello che auguro a tutte voi, madri nella pancia o nel cuore.Madri di figli nati o solo desiderati.Madri di figli partoriti o arrivati da terre lontane.Zie speciali, che sono come mamme.Ed amiche uniche, che sanno sempre esserci.