Magazine Società

l’amore prima dei tempi della friendzone

Creato il 06 giugno 2015 da Plus1gmt

Ho capito che era cambiato qualcosa quando il chitarrista del famoso gruppo che era sul palco ha dato una pennata sulle corde e da lì ho inteso che stavano per suonare l’unico pezzo non scalmanato del loro repertorio, quello che a mettercisi d’impegno potrebbe somigliare anche a una canzone a modo suo d’amore. Mi è venuto naturale afferrare il cellulare che tenevo spento nei tasconi dei pantaloni, accenderlo e comporre il tuo numero, tentare di indovinare quando avresti risposto dall’altro capo e rivolgere il microfono verso la musica, in modo che ti arrivasse chiaro il messaggio che poteva essere sintetizzato con un vorrei che fossi qui e anche se non ci sei c’è questa canzone che mi ricorda di te e altre smancerie varie. Una cosa che avevo visto fare ma con dispositivi meno entry level del mio, tenete conto che eravamo in piena era dei telefonini di prima generazione, quelli con l’antennina da sollevare per capirci e che a portarli in giro non sapevi dove metterli quasi quanto, anni prima, si tenevano al guinzaglio le autoradio. Tanto che poi, dopo il primo ritornello, per non spendere un botto ho interrotto la chiamata senza dire una parola, e il giorno dopo mi hai richiamato chiedendomi se fosse successo qualcosa di grave la sera prima, se avevo avuto qualche problema, considerando che avevi ricevuto una chiamata da me sul tardi ma non si capiva nulla, c’era un casino infernale. O forse era un bluff, avevi capito che canzone fosse ma, considerando la situazione che anni dopo si sarebbe chiamata di friendzone, era più conveniente fare la gnorri. Allora ricordo di averti raccontato che no, probabilmente era partita una chiamata, e che la serata era stata perfetta. Nemmeno un pezzo lento, nemmeno una canzone sdolcinata, solo ritmo ed esperienze forti e sudore. D’altronde mi conoscevi bene: alla fine dei concerti uscivo dalla folla sempre fradicio e difficilmente, comunque, mi avresti potuto abbracciare.



Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazine