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Anno 1860. Siamo nel pieno del boom edilizio a cui ha dato il via il barone Haussmann sotto l'egida di Napoleone III con l'obiettivo di abbellire e modernizzare il centro cittadino levando di mezzo il labirinto medievale di strade e stradine tortuose che non solo erano insalubri, ma fornivano anche alla popolazione un ottimo nascondiglio e mille vie di fuga in caso di sommosse e manifestazioni.
Rue de Turbigo, che deve il nome alla vittoria del1859 sull’esercito austriaco, nasce in quel periodo e parte grosso modo vicino alle Halles tagliando poi diagonalmente fino a terminare in place de la Republique, dove nell’ultimo tratto prende il nome di rue du Temple. Non è una strada aristocratica come il vicino Marais, è destinata ad ospitare belle case d’affitto costruite per la nascente borghesia e tra i primi inquilini conta commercianti di tessuti, sarti, bustaie e modiste.
All’altezza del numero 57, su un edificio progettato dall'architetto Eugène Demangeat,una colossale figura alta tre piani, dall’espressione impenetrabile e l’abito pieghettato come una colonna corinzia, sembra vegliare sui passanti mentre con le piume delle ali sorregge i balconi del quarto piano.
E’ una figura intrisa di mistero. Potrebbe essere una cariatide, se non fosse che non si è mai vista una cariatide con le ali, o potrebbe essere un angelo, ma un angelo di solito non se ne va in giro addobbato di collane nappe e nastrini. Per tagliare la testa al toro, qualcuno ha ipotizzato che sia una allegoria della passamaneria, una sorta di omaggio alle tante sartorie e mercerie che all’epoca operavano nella zona.
Bisogna a questo punto sapere che sei o sette anni prima l’Accademia di Belle Arti aveva indetto un concorso per la decorazione di un faro, a cui l’artista Auguste Emile Delange aveva partecipato presentando il disegno di una creatura alata. Il progetto non si era concretizzato, e infatti nessuna creatura alata era mai stata vista su nessun lungomare di Francia, ma il previdente Delange non butta via i cartoni del lavoro e di lì a qualche anno li tira fuori dal cassetto e li riadatta per l’angelo/cariatide di nove metri sulla casa di rue de Turbigo.
Profilo greco e pettinatura rinascimentale sono già in linea con il gusto eclettico dell’epoca, forse deve aggiungere nappine e ponpon che dubito fossero previsti per il faro, ed ecco l'angelo bell'e pronto, nel rispetto del rigido regolamento haussmanniano che vietava ogni elemento sporgente dal filo del fabbricato, e senza togliere nemmeno un po' di luce alle novanta finestre dell’edificio.