Ascoltava e guardava il pubblico dalla sua posizione di grandezza e vedeva tutti nella loro piccolezza fare una grande cosa e concludere quello che tempo prima si erano proposti, dunque, pensava l'angelo di Piero,“la fatale schiera di lettori è giunta alla sommità dei quattordicimilatrecentoventidue versi del poema immortale, il cielo di luce è stato raggiunto, tutti hanno toccato le barbe lucenti dei santi, tutti hanno visto i giusti nei loro scanni illuminati dalla grazia, e tutti ne sono rimasti folgorati anche se il freddo li aveva rannicchiati sulle sedie come fossero anime chiuse in piccoli avelli tormentati dalla ghiaccia infernale, il grande viaggio è giunto alla fine in una fredda nottata di luglio, la grande meraviglia e la sostanza di quella grande visione, l'amor che move il sole e le altre stelle, si è cristallizzata nella notte per alcuni attimi in una scia luminosa di parole eterne che si è spenta nella guazza ma è rimasta nella mente di chi ha letto e leggerà ancora quei versi."
e poi ha continuato dopo essersi avvolto in una calda coperta di lana, “hanno iniziato esplorando il regno infernale, gli abissi eterni dove i malvagi vengono eternamente puniti, si sono fatti esploratori dell'oscura caverna, sono scesi nelle grotte nere come speleologi, nelle cave rimbombanti di strazi e grida hanno tremato, e hanno conosciuto il terrore della dannazione, sono stati coraggiosi a compiere tutto l'infausto sentiero, e alla fine sono saliti a rivedere le stelle; poi smessi i panni degli speleologi si sono attrezzati da scalatori per salire il monte delle Penitenza, sono saliti in cordata scansando macigni e fumo sul sentiero della salvezza, hanno visto tutti i vizi puniti e conosciuto il significato della purificazione, e al termine della scalata sono arrivati ad essere puri e disposti a salire alle stelle... per il paradiso ho già detto e altro ci sarebbe da dire, ma qui fa freddo e il tempo stringe e una grande ragione nel cuor mi spinge... quello che mi preme è tornare a vedere tutto quanto si muove in terra da un'altro cielo, ma rimango disposto a tornare, se qualcuno vorrà rileggere il Sommo.” Così si è congedato l'angelo di Piero.
di Ivano Nanni
innamorato sì che par di foco?
(Paradiso, Canto XXXII)
Piero Dosi
"L'angelo"
china e pastello a cera su carta (58 x 38 cm.)
