L’angelo viaggia appesantito
dal tappeto marocchino arrotolato
sulla spalla, non vola
fardello è il tappeto
-“ Come vuoi che possa volare –
ripete dall’orlo del cratere –
“ non sono nero di fuliggine
né di fango: sono l’angelo nero,
fiore di giovinezza effimera.
Fatemi vedere la luce,
anch’io inchiodato sulla
terra ferita voglio vederla.”
Le ali di grigie piume
danzano la morte.
-“ Basta lamenti, sono l’angelo
nero dalla veste bianca,
di smisurato spirito;
senza speranza che
già son condannato all’agonia,
al logorio delle ferite
di sangue raggrumato.
Alla luce urlo – non di sfida –
sono l’angelo nero
che aspetta il suo giorno.