Mi accorgo del libro vedendolo riflesso sul finestrino del vagone. Automaticamente lo sguardo va alla ricerca dell’oggetto vero e proprio, aperto tra le mani del suo proprietario, che è un ragazzo sulla trentina, capelli corti e curati, indossa occhiali dalla montatura sottile, scarpe da ginnastica, pantaloni neri e una maglietta gialla. Nemmeno il tempo di mettere a fuoco il lettore che il convoglio arriva al capolinea e lui richiude il libro con scatto fulmineo: la folla si prepara a scendere e ci avvolge; non c’è nulla ch’io possa fare per risalire a titolo e autore, sono riuscita a intravedere solo il colore della copertina e a riconoscere il formato inconfondibile delle Edizioni Adelphi. Presto però mi si presenta un’altra ghiotta occasione: il lettore dalla maglietta gialla cammina pochi passi davanti a me e sulla scala mobile ci separa soltanto un gradino. E’ affaticato, a fine giornata, e sovraccarico: nella mano destra tiene la custodia del notebook , a tracolla ha un borsello, mentre nella mano sinistra regge una piccola borsa frigo arancione nonché l’oggetto del mio desiderio: L’Angioletto di Georges Simenon.
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