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L’angioplastica migliora il flusso venoso nei pazienti con sclerosi multipla

Creato il 15 giugno 2012 da Yellowflate @yellowflate

L’angioplastica migliora il flusso venoso nei pazienti con sclerosi multiplaNational Harbor, MD (USA) – In uno studio pilota l’angioplastica percutanea ha migliorato l’emodinamica nei pazienti con sclerosi multipla con insufficienza venosa cronica cerebro spinale.

Recentemente è stata proposta un’associazione tra la sclerosi multipla (SM) e l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), che è caratterizzata da stenosi e reflusso del principale drenaggio venoso extracranico, comprendente le vene giugulari interne e la vena azygos. C’è stato un considerevole dibattito sulla validità dell’angioplastica percutanea nel trattamento di queste stenosi.

Il dr. Manish Mehta ed i suoi colleghi dell’Albany Medical Center (New York) hanno condotto un primo studio angiografico per analizzare quantitativamente l’impatto dell’angioplastica percutanea sull’emodinamica attraverso queste lesioni. Il dr. Mehta ha presentato i loro risultati al Meeting Annuale Vascolare.

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I ricercatori hanno valutato 50 vene giugulari interne (IJV) di pazienti con sclerosi multipla e CCSVI, e 12 IJV da volontari sani, che sono stati sottoposti ad una dettagliata valutazione angiografica. Le componenti tecniche di tutte le venografie erano standardizzate.

L’analisi quantitativa ha incluso il tempo di transito del contrasto dal centro della vena giugulare interna alla vena cava superiore, e il tempo primario di svuotamento venoso (PVET), quantificato nelle svuotamento venoso di oltre il 50% dalla vena giugulare interna. Il tempo di transito e il PVET sono stati registrati nei pazienti con CCSVI prima e dopo l’angioplastica. Gli stessi dati sono stati registrati nei controlli sani. Tutti i dati sono stati raccolti in modo prospettico, ed è stata fatta un’analisi statistica usando il test di Student a due code.

Dei 50 pazienti con CCSVI-SM che avevano stenosi alle vene giugulari superiori al 70% e riflusso e sottoposti ad angioplastica, è stato ottenuto un successo tecnico (definito come stenosi residua nella IJV con meno del 20%) in 44 pazienti (78%). I pazienti con CCSVI sono stati osservati avere un significativo miglioramento sia nel tempo di transito e nel PVET dopo l’angioplastica che erano paragonabili a quelli dei soggetti sani senza SM.

I risultati di questo studio pilota prospettico suggeriscono un’associazione tra la SM e la CCSVI, che si traduce in tempi anormalmente elevati di transito e di PVET attraverso la vena giugulare interna“, ha spiegato il dr. Mehta. “Inoltre, l’angioplastica di queste lesioni migliora i parametri emodinamici in modo che siano paragonabili a “quelli dei soggetti sani senza SM“.

Il dr. Mehta ha sottolineato la necessità di studi randomizzati per indagare ulteriormente la questione e ha spiegato che questa popolazione di pazienti è ad alto rischio di un effetto placebo per quanto riguarda i sintomi segnalati. Ha anche dichiarato che questo trattamento viene fornito a molti pazienti in tutto il mondo e che la US Food and Drug Administration (FDA) ha messo in guardia contro il suo uso al di fuori di studi clinici ben regolamentati a causa della mancanza di dati sulla sicurezza ed efficacia.

Il dr. Mehta ha dichiarato di non aver alcun conflitto d’interessi.

Fonte: https://www.acep.org/Content.aspx?id=86377


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